2012
Rossi: “Ljajic non si è scusato. Questo non è il mio calcio”
Delio Rossi ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de “Il Giornale”, dove ha commentato in maniera approfondita quanto avvenuto tra lui ed Adem Ljajic, smentendo categoricamente di aver ricevuto le scuse da parte del calciatore serbo: “Non è vero che Ljajic mi ha chiesto scusa. Anzi. Dopo la partita con il Novara entro nello spogliatoio e rimprovero la squadra: ‘ma razza di presuntuosi, come avete potuto buttare via una prestazione così?’ Poi vado da Ljaijc e gli dico: ‘non ti permettere più di dirmi le cose che hai detto e di comportarti come hai fatto’! E lui ha tentato di venirmi contro…”.
Rossi non ha dimenticato quanto avvenuto, dunque, anche se ha chiesto scusa ed ha accettato la decisione della società, definendo il suo “un gesto non giustificabile, ma umanamente comprensibile”: “Io ho rovinato l’immagine del calcio italiano? E tutti quelli che si sono venduti le partite? Il filmato di mercoledì ha fatto il giro del mondo. Sono un mostro. E ora cercano di speculare. Il Gabibbo, Striscia la Notizia, vogliono costruirci su il solito show. Ora è questo il mondo del calcio. Non è il mio”.
Tornando sulle parole di Ljajic, afferma: “Ha mancato di rispetto alla mia persona e alla mia famiglia. Non si è limitato a una imprecazione, ha reiterato gli insulti. Sapete quanti calciatori ho avuto tra Lecce, Palermo e Roma con quell’idioma? Con loro spesso dialogavo ricorrendo alle loro parole”.
Sono tante le persone ad essersi ‘schierate’ dalla parte del tecnico, e Rossi rivela: “Ho ricevuto telefonate impreviste da Conte, che non ho mai frequentato, da Mazzarri, da Iachini, da colleghi di serie inferiori, perché da lì vengo e non dimentico”.
Infine, Rossi fa un paragone con una situazione avuta a Lecce: “Chevanton a Lecce era un bastian contrario. Decidevo di fare la corsa e lui voleva la partitella, sceglievo la partitella e lui la corsa. Una sfida quotidiana. Sapeva di essere il migliore, in campo lo era ma fuori un ribelle. Una sera a Terni vengo informato, da un vicepresidente della mia società, che tre titolari sono stati visti alle due di notte in discoteca. Uno addirittura alla cassa distribuiva i biglietti. Vado dal genio cassiere e gli dico: ‘ma ti rendi conto che alle due di notte non si sta in discoteca alla vigilia di una partita decisiva’? Lui, Chevanton, replica: ‘ha sbagliato il vicepresidente a dirmi di andare a casa, ho fatto una brutta figura davanti a tutti’. Ora vi chiedo, si può lavorare con tipi così”?