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Atalanta, difficile reggere il doppio impegno

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Gli stop con Udinese e Spal dimostrano le difficoltà di mantenere l’impegno europeo: l’Atalanta si esalta in Europa, ma…

Leoni il giovedì, annichilendo l’Everton e spaventando il Lione, in difficoltà la domenica, quando Udinese e Spal si rivelano ostacoli complicati. Con il ritorno nelle Coppe dopo 26 anni di assenza, l’Atalanta è tornata a vivere la realtà del doppio impegno, con l’Europa che da un lato esalta – con l’ebbrezza del palcoscenico internazionale e delle sfide ai Rooney e Memphis Depay, gente che fino a ieri era al Manchester United – e dall’altro toglie. Energie, per esempio, visto che l’impegno continentale è sinonimo di considerevole aumento degli impegni, fatto che si riverbera sulla condizione fisica ma anche mentale. Perché più gare e relative vigilie significa più tensione, più viaggi, soprattutto per chi in Coppa gioca i match casalinghi a 200 km da Bergamo, più partite da preparare.

MERCATO E INFORTUNI – Con il nono posto alla pari con Fiorentina e Chievo, l’Atalanta è l’ultimo caso di una lunga lista di squadre che hanno riscoperto l’Europa o l’hanno vissuta per la prima volta, e hanno pagato un conto. Non riuscendo a ripetere, in campionato, l’exploit dell’annata precedente per i motivi più disparati. Motivi che la squadra di Gasperini sta vivendo in prima persona, a cominciare dal mercato – del resto chi sorprende viene saccheggiato dai club più ricchi – con gli addii di Gagliardini, Kessie e Conti, e con Caldara già prenotato. Per non parlare del fattore infortuni, visto che il recente stop del Papu Gomez ha pesato, e della difficoltà nell’ampliare le rotazioni per garantire il riposo ai big. E in generale, è difficile acquisire la cultura e la mentalità del doppio impegno senza subire contraccolpi.

PRECEDENTI DOLOROSI – L’Atalanta può consolarsi, perché la qualità del gioco e le certezze tattiche di Gasperini sembrano le garanzie per un ritorno nelle posizioni d’alta classifica. E soprattutto, ciò che sta capitando ai nerazzurri non è nulla di inedito. Prendendo in esame gli ultimi trent’anni, l’Atalanta è il 18° club italiano che vive le Coppe da debuttante o dopo almeno un decennio di assenza, e soltanto in quattro casi l’annata del doppio impegno ha portato un piazzamento migliore rispetto alla stagione precedente. I casi furono la Lazio di Dino Zoff, che strappò al Marsiglia campione d’Europa Alen Boksic, l’Udinese del tridente Bierhoff-Poggi-Amoroso, il Perugia dell’era Intertoto e il Palermo che però beneficiò delle penalizzazioni inflitte a Juventus, Fiorentina e Lazio. Chi non è riuscito ad attrezzarsi ha vissuto salti indietro, come il Sassuolo che lo scorso anno pagò l’infortunio di Berardi. Sono numerosi i casi di chi si è esaltato sul palcoscenico europeo salvo sparire in campionato.