2012
Atalanta, Marino: “Napoli non debole anche senza Cavani”
ATALANTA MARINO NAPOLI CAVANI HAMSIK LAVEZZI – Pierpaolo Marino è pronto a vivere una giornata particolare, che si chiuderà con la sfida di Bergamo tra la sua Atalanta e il Napoli. Il direttore generale nerazzurro, intervistato dai colleghi del Corriere dello Sport, ha ammesso che sarà strano incontrare nuovamente gli azzurri da avversario, dopo averli aiutati a risalire dalla C1 alla A: “Per me non è una partita come le altre e non può esserlo, perché io a Napoli ho vissuto stagioni straordinarie: ho vinto campionati di serie C, di serie B e di serie A e pure una coppa Italia, stabilendo un primato di cui vado fiero. C’è una gran parte della mia storia personale che scende in campo in questo match e che quindi incide. L’acquisto di cui vado più fiero? Romano nell’86: scovato in serie B, sconosciuto al grande calcio, e decisivo nella conquista dello scudetto. E invece, nel Terzo Millennio, ovviamente Hamsik e Lavezzi: quando presi Marek mi sbilanciai e azzardai che sarebbe diventato da pallone d’oro. Ci arriverà. Ragazzo di enormi qualità. Napoli più abbordabile senza Cavani? Pandev e Insigne sarebbero scarsi? Mazzarri ha un organico di qualità, che fa paura lo stesso, nonostante manchi un attaccante del livello dell’uruguayano: domenica sera Cavani non c’era, ma il Chievo è stato battuto egualmente. I problemi li abbiamo soprattutto noi: ci manca mezzo centrocampo, conviviamo con l’emergenza. Squadra da scudetto? Il Napoli c’è e può giocarselo. Se a febbraio sarà ancora in cima, avrà molte chanches. E comunque molto dipenderà anche dal destino della Juventus in Champions. Se dovesse andare avanti, e glielo auguro, il rischio d’un calo atletico è nelle statistiche. I problemi del calcio italiano? Vecchi discorsi che ciclicamente tornano. La sudditanza riemerge adesso, ma c’era pure prima. Ne ho perse di partite con l’Avellino. Ora semmai il problema è economico. Il Milan ha dovuto rinnovare e poi ha pagato anche un avvio lento. La differenza la fanno le idee: il Napoli è lì perché, otto anni fa, venne introdotto un progetto; l’Atalanta l’anno scorso ha fatto il record di punti. Io stasera ho in campo i miei affetti: il passato, la squadra che mio padre mi portò a vedere da bambino, e il mio presente e il mio futuro, un club nel quale si sta di lusso, perché la famiglia Percassi è di grosso spessore umano e imprenditoriale.“