2013
Bari, Angelozzi: «Questa squadra è un vero miracolo»
La soddisfazione del direttore sportivo biancorosso per il momento positivo della squadra.
BARI ANGELOZZI – Non vola, ma corre il Bari, che ha conquistato il terzo successivo consecutivo e potrebbe ambire di questo passo ai playoff. Davano tutti per spacciato il club pugliese dopo l’estate rovente dei pochi soldi e dei tifosi in fuga, della mancata cessione della società e del mercato fatto in fretta e furia: «L’avevamo detto in tempi non sospetti che la squadra sta crescendo e può ancora migliorare. Ma ora viene il difficile, teniamo i piedi per terra. Sinceramente non voglio pensare a quello che succederà tra tre mesi perché siamo in una fase di crescita. Se creiamo un ambiente compatto possiamo toglierci delle soddisfazioni. Il pubblico è stato meraviglioso, i ragazzi si sono commossi. Giocare con un pubblico così è una cosa bella. La Curva Nord è stata strepitosa nell’incitare la squadra. Ma per poter aprire la campagna abbonamenti dobbiamo sapere con certezza dove giocheremo», ha dichiarato il direttore sportivo Angelozzi ai microfoni del “Corriere dello Sport”.
GIOVANI TALENTI – Il dirigente biancorosso ha poi parlato di alcuni giocatori: «Sciaudone è un giocatore che sta crescendo. Se vuole la serie A deve conquistarsela sul campo. Galano ha avuto in passato qualche problemino fisico che ha risolto. Ci crediamo a tal punto da avergli fatto i primi di settembre tre anni di contratto prima che esplodesse. Fossati e Fedato all’angolo? E’ colpa mia perché abbiamo sei centrocampisti, sette con Statella, tutti titolari. L’allenatore fa le sue scelte in base alla partita. Romizi? Non c’è stato mai un caso. Abbiamo una rosa di 27 giocatori, compreso Caputo, che l’allenatore fa girare».
OBIETTIVI – Resta con i piedi per terra Angelozzi quando si parla di obiettivi: «Il primo è la salvezza; il secondo la valorizzazione di questi ragazzi per fare plusvalenze a fine anno; il terzo riportare i tifosi allo stadio. Puntare sui giovani è stata una scelta obbligata dopo la retrocessione. Siamo stati due anni bene con Torrente. Per sua scelta è andato via, è stato un momento tremendo con lo scollamento tra società, media e tifosi. E’ stata brava la famiglia Matarrese che non si è fatta travolgere. Anch’io non me la sentivo di continuare, ma mi ha convinto a ripartire. E su quella base formata da Ceppitelli, Polenta, Sciaudone, Galano, De Falco e Caputo abbiamo costruito una squadra con giocatori giovani ma più forte dell’anno scorso».