Torino Buongiorno: «Restare al Toro è stata la scelta più giusta»
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Torino Buongiorno: «Restare al Toro è stata la scelta più giusta»

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Le parole di Alessandro Buongiorno, difensore e capitano del Torino: «Sono pronto a tornare, mi manca il campo!»

Intervistato da Walter Veltroni per La Gazzetta dello Sport, Alessandro Buongiorno ha raccontato il suo momento in casa Torino e la sua vita in granata.

OFFERTE DI MERCATO: L’ATALANTA E ALTRE – «Abbiamo parlato molto in quei giorni, il presidente Cairo e io, e ci è sembrato che restare fosse la scelta più giusta. Per me e spero anche per la squadra. Io qui sto bene, sono contento. Noi sappiamo di dover far leva sul collettivo, sul senso di squadra. Siamo un’orchestra, non un gruppo di solisti. É il Torino, la mia “grande”».

QUANDO TORNERA’ IN CAMPO – «Ci siamo quasi, torno presto. L’infortunio alla spalla per fortuna mi ha consentito comunque di allenare le gambe, di correre. Ma non ce la faccio più. Durante le terapie ogni tanto ho calciato una palletta di gomma. Mi manca il campo, stare con i compagni e giocare».

IL GIOCO – «Per me è la base di tutto, divertirsi è necessario. Fare il calciatore non è solo un lavoro, è una passione che ha a che fare anche con te stesso bambino. Io da piccolo avevo sempre un pallone in mano, lo tenevo in casa, in garage, ovunque. E appena potevo, giocavo. Giocavo non con l’idea di diventare un campione, ma di divertirmi. Giocavo per me, giocavo con i miei amici. Il calcio mi ha sempre fatto stare bene».

EUROPEO – «Sto facendo di tutto per recuperare, per arrivare pronto. So che in Nazionale non basta essere forti. Lì guardano, giustamente, anche la qualità umana, la capacità di stare nel gruppo, di sentirsi parte e non tutto. Spero proprio di farcela, sto alzando i ritmi e faticando non solo per la maglia granata. Anche per quella azzurra».

JURIC – «Un allenatore tosto, che giustamente chiede tanto, che pensa al gruppo e lo difende. Quando lo abbiamo conosciuto non eravamo abituati a quei ritmi di lavoro, a quell’intensità di preparazione e di gioco. Ma ora abbiamo capito il suo modo di intendere il calcio e cerchiamo di applicarlo. Non so dove potremo arrivare, ma certo il più in alto possibile».

CHIAMARSI BUONGIORNO – «Per tutta la vita al mattino ho subito il “Buongiorno, Buongiorno”. All’inizio un po’ me la prendevo, ora ci scherzo. Ho anche inventato l’esultanza con il caffè. Il caffè del Buongiorno».