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Da Joao Mario a Yaya Tourè: Inter, aveva ragione Mancini!

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Ottimo avvio di stagione per l’Inter targata Luciano Spalletti, che ha il compito di riscattare un’annata disastrosa. Evidenti alcune lacune presenti in rosa, con alcuni calciatori che appaiono tatticamente spaesati: Roberto Mancini un anno fa ci aveva visto giusto…

16 punti in 6 giornate, un avvio di stagione convincente per l’Inter di Luciano Spalletti. Reduce da un estate deludente dal punto di vista del mercato, la formazione nerazzurra è riuscita ad inanellare una serie di vittorie che danno slancio in vista dei prossimi mesi. Non mancano, però, i punti di domanda: la rosa presenta delle lacune, dal punto di vista numerico ma anche tattico. Mancano difensori, un centrocampista di personalità e un trequartista di ruolo. Elementi che, prima dell’addio consumatosi lo scorso 8 agosto 2016, Roberto Mancini aveva invocato a grande voce. Suning però ha scelto diversamente e, nonostante l’offerta di un rinnovo triennale, le parti hanno deciso di separare le proprie strade: affidandosi a Kia Joorabchian, la dirigenza nerazzurra ha speso 75 milioni di euro tra Joao Mario e Gabigol, investimenti bocciati dal Mancio e che non hanno reso. A un anno di distanza è giusto dire che Mancini ci aveva visto giusto.

Joao Mario, un problema tattico. Gabigol, un problema… e basta!

Inizio mercato estivo 2016: dopo aver già acquistato Banega, Ansaldi e Candreva, Suning mette mano al portafoglio. Due gli obiettivi: Joao Mario e Gabigol, due calciatori accomunati dal famoso Kia. Il primo, reduce da un Europeo vinto da protagonista, non convince Mancini per un semplice motivo: non ha senso investire così tanti soldi per un trequartista data la presenza di Banega. Il secondo, promessa del panorama brasiliano e titolare nel vincente Brasile Olimpico, non era un acquisto prioritario: viste le lacune della rosa, Mancini chiedeva giocatori pronti, di personalità. Caratteristiche che non appartengono al classe 1996 ex Santos.

La fissa per Tourè

Due acquisti non necessari e, alla luce dei risultati, sbagliati. Una ingente somma di denaro sperperata nonostante le richieste precise del tecnico di Jesi: Yaya Tourè e un altro attaccante di caratura. Suo pupillo nel Manchester City, l’ivoriano era disposto a vestire di nerazzurro, dato anche il cattivo rapporto con Guardiola: il suo acquisto però è stato bocciato dalla dirigenza cinese. E, ad oggi, un elemento come Tourè è ciò che manca all’Inter di Spalletti: il centrocampista d’esperienza, di personalità e che garantisce gol. Una fissa, quella per l’ex Barca, motivata dai fatti. Fatti che, ad un anno di distanza dal suo addio, danno ragione a Roberto Mancini.