Cutrone: «Ringrazierò per sempre il Milan. Sull'esperienza in Inghilterra...» - Calcio News 24
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Cutrone: «Ringrazierò per sempre il Milan. Sull’esperienza in Inghilterra…»

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Cutrone Astori

Patrick Cutrone ha parlato in una lunga diretta Instagram con la pagina “Che fatica la vita da Bomber”. Quesre le sue parole

Lunga diretta Instagram di Patrick Cutrone con la pagina “Che Fatica la vita da Bomber”. Queste le parole dell’attaccante della Fiorentina.

EMERGENZA CORONAVIRUS – «Ho avuto la febbre per otto-nove giorni, poi il tampone ha detto che ero positivo. In quel momento mi è venuta un po’ di ansia. È una malattia che nessuno conosce e non si sa come comportarsi. Pian piano ho iniziato a star meglio e ad allenarmi. Non avevo paura, solo ansia per me e per chi mi stava vicino. Col passare del tempo è andato tutto bene. Ad aprile in tampone è risultato negativo. Ogni operatore sanitario ha tutto il mio sostegno. I medici, gli infermieri… Tutti loro stanno facendo tanto per noi, sono veri eroi e dobbiamo solo ringraziarli. Vedere il mio numero scritto su una di quelle tute mi ha fatto un certo effetto, è stato un onore vedere quella foto. Siete i miei idoli!».

PRIMO GOL CON IL MILAN – «Il primo gol in Europa League (3 agosto 2017, Milan- Craiova 2-0, ndr) ha segnato un’emozione grandissima. Farlo a San Siro, in uno degli stadi più belli al mondo, per giunta indossando la maglia della tua squadra del cuore è stato qualcosa di indescrivibile. Quando i tifosi hanno esultato ho avuto i brividi. Gran bella emozione. In quel momento ho realizzato uno dei miei sogni più grandi».

MILAN – «Ho sempre giocato al Milan fin da piccolo, arrivare sul prato di San Siro e segnare è stato davvero indescrivibile. Durante quelle stagioni, ogni volta che all’esterno circolavano voci sul mio conto non le ascoltavo. Io sono fatto così, preferisco evitare i rumors e pensare solo ad allenarmi».

MONTELLA – «Al Milan lavoravo per convincere mister Montella: sapevo di avere le qualità giuste per far parte della sua squadra. Nel 2017/2018 sono riuscito a segnare subito, è stato l’inizio di una stagione per me molto positiva. Si parla spesso di fortuna, ma è il lavoro che fa la differenza, allenarsi bene e convincere gli altri. È stata una bella soddisfazione perché quell’anno sono riuscito a convincere tutti. Non ho mai smesso, ogni giorno so che devo dimostrare qualcosa, in allenamento come in partita».

GRAZIE MILAN – «Il Milan è da sempre la mia squadra del cuore ed è una grandissima Società. A Milano mi hanno fatto crescere come uomo e come calciatore e se oggi sono a Firenze in Serie A è anche grazie al Milan. Ognuno poi ha il suo percorso da seguire, tutti sanno com’è andata quando ho lasciato Milano, non c’è molto da spiegare… Ringrazierò sempre il Club per quello che mi ha dato e i tifosi rossoneri per il sostegno e l’affetto».

ESPERIENZA IN PREMIER – «In Inghilterra c’è un’usanza: i giocatori possono scegliere un numero dall’uno al venticinque. Del numero 63 quindi non se parla proprio. Così ho scelto il 10. Con il 9, che però era già occupato, il 10 è il numero degli attaccanti. Il 7 era libero ma di solito lo indossano gli esterni. Il numero 63 rappresenta l’anno di nascita di mio padre. La mia famiglia mi è sempre stata di supporto, mio papà poi non si è mai perso una partita in casa o una trasferta. È un appassionato di calcio e mi viene spesso a trovare. In Inghilterra ho vissuto un’esperienza breve ma che mi ha consentito di crescere. E poi i tifosi mi hanno accolto subito come fossi da sempre uno di loro. Al Wolverhampton ho trovato una cultura e un modo di vivere nuovi. Ho imparato molto e sono migliorato tecnicamente. Come in Italia, anche Oltremanica l’atmosfera calcistica è intensa, gli stadi sono sempre pieni e i tifosi si fanno sentire dal primo all’ultimo minuto».

FUTURO – «La Fiorentina è una Società con una grande storia, sono molto contento di essere qui. Oggi non penso al futuro. E non penso nemmeno all’Europeo del prossimo anno. Ovviamente quello è un obiettivo: giocare con la maglia della Nazionale è il sogno di tutti. Ma ora non ci sto pensando, voglio solo allenarmi e lavorare. Darò il massimo anche per meritarmi quella chiamata».