Frittata all'italiana - Calcio News 24
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2014

Frittata all’italiana

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Gli Azzurri escono dal Mondiale nel perfetto stile italiano

ITALIANI, BRAVA GENTE – Nella settimana mondiale del Luogo Comune, ironia della sorte, abbiamo dimostrato al mondo intero di che pasta sono fatti gli italiani. Il fornello era acceso da tempo, l’uovo incrinato dava segnali di cedimento. E’ bastato batterlo leggermente sull’estremità della padella per romperlo definitivamente. Purtroppo, non siamo qui a raccontare dell’ultima brillante performance della “Prova del Cuoco“. Si tratta bensì della spedizione azzurra in Brasile: una frittata in pieno stile italiano. Mettere insieme gli ingredienti è stato più semplice del previsto: è bastato unire tutti gli stereotipi sugli italiani per dar vita alla ricetta perfetta.

DATE A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE – “L’abito non fa il monaco“, e il nome non basta per essere un allenatore vincente, ci verrebbe da dire. Prandelli ricalca così il primo stereotipo sugli italiani: la disorganizzazione. Mentre un tempo eravamo considerati come la patria dei più grandi organizzatori di civiltà, adesso non riusciamo nemmeno a metterci in fila per la coda alle poste. Chi sgomita di qua, chi sgomita di là: siamo diventati incapaci di costruire qualcosa tutti assieme. Mancano le idee, manca la forza del gruppo, manca la volontà di stare uniti. Prandelli è il condottiero sbagliato, ma non è certo l’unico ad aver fallito. Se l’Italia va male, la colpa non è solo di chi la governa. D’altronde è nel perfetto stile italiano quello di voler per forza individuare un capro espiatorio. Che sia Prandelli, l’arbitro messicano, il cannibalismo, Balotelli, Saturno contro o quant’altro, poco importa. Puntare il dito per addossare tutte le colpe ad un solo responsabile: non c’è niente di più sbagliato. La verità è che abbiamo perso tutti. Prandelli ha sbagliato ogni cosa ed ha avuto quel che si merita. E noi cosa meritiamo? Una Nazionale che è il riflesso incondizionato di un Paese intero. Perchè noi siamo anche quelli del vittimismo, quelli che cercano giustificazioni sempre e comunque. E’ più facile dare la colpa al clima: del resto “non ci sono più le mezze stagioni“, nemmeno in Brasile. Anzi no, la colpa è tutta di Chiellini che si è fatto dare un morso dal “vegano” Suarez: del resto “il calcio non è uno sport per signorine“. Come se non bastasse, le parole al veleno di Buffon nel post-partita hanno messo in luce una insanabile spaccatura all’intero dello spogliatoio. Noi italiani siamo fatti così: un popolo unito finché vince, ma profondamente diviso nel momento della sconfitta.

LA TRAPPOLA DEL LUOGO COMUNE – I luoghi comuni sono come una trappola per topi. Una volta che ci caschi, non ne esci più. La verità però è che ci abboccano solo i fessi, quelli che ci credono davvero. In realtà gli stereotipi sono costruiti per essere smentiti. I topi possono farla franca solo se cominciano a pensare come i gatti. Basterebbe guardarsi allo specchio per riconoscere i nostri errori, per capire che dentro a questa Italia c’è molto di più.