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Giovinco: «Alla Juve impari l’importanza del rispetto a tutti i livelli»

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Sebastian Giovinco, ex giocatore della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista al sito web ufficiale bianconero

Sebastian Giovinco, ex giocatore della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista al sito web ufficiale bianconero. Ecco un estratto.

LA JUVE – «Quell’insegnamento, insieme a tutti quelli che ho imparato alla Juve, li ho portati con me ovunque. Se ci penso, ho speso alla Juve praticamente la metà della mia vita, e lì non impari solo il calcio. Anche qui non posso dimenticare il supporto della mia famiglia, lo ripeto a costo di sembrare noioso, ma devo tutto a loro. Poi, però, quando la famiglia non c’era, dovevi stare in linea con la squadra e con le regole della società. Impari l’importanza del rispetto a tutti i livelli, la puntualità, la precisione, la cultura del lavoro. Senza queste cose non sarei riuscito a fare niente di quello che ho fatto dopo

Anche perché il primo salto con i grandi è stato difficile. Magari qualcuno non sente tanto la differenza, io l’ho sentita. A livello di ritmi e di fisicità soprattutto. A me, tra l’altro, in tanti hanno detto spesso che ero troppo piccolo per raggiungere certi palcoscenici. Me ne sono semplicemente fregato, mi sono fatto scivolare addosso i dubbi degli altri. Penso sia importantissimo non permettere agli altri di farci perdere la fiducia in noi stessi e la voglia di arrivare. Io, quel salto, sono riuscito a farlo. Ho sopperito con l’intelligenza in campo, provando a leggere le situazioni in anticipo, puntando sulle mie qualità. E alla fine, con la Juve, ho coronato il sogno di tantissimi: vincere lo scudetto. È stato speciale e non troverei le parole per descriverlo.

Prima c’era stato il prestito. Ho vissuto l’esperienza come una sfida, non come una bocciatura. Tra l’altro in tanti andavano a giocare nelle serie minori, io ero andato in prestito in Serie A. La società voleva vedere dove potessi arrivare e, in fondo, volevo vederlo anche io. È stata l’occasione perfetta per capirlo. Ho fatto le mie esperienze, anche i miei sbagli, sicuramente ho dimostrato qualcosa e sono cresciuto. Quando poi Conte mi ha richiamato non potevo dire no. Mi voleva fortemente e io ho fatto tutto quello che potevo per ripagare quella fiducia. Alla Juve, poi, non c’è tempo per pensare, si deve solo lavorare. Ogni giorno devi fare meglio di quello precedente, l’ambiente ti porta ad alzare continuamente l’asticella. Il Mister ti spingeva a farlo al massimo».

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