Immobile: «Alla Lazio sto benissimo, mi sento importante» - Calcio News 24
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Immobile: «Alla Lazio sto benissimo, mi sento importante»

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Arrivato da due avventure negative come Dortmund e Siviglia, Ciro Immobile si è preso la Lazio e non la lascia più: le ultime sulla sua vita a Roma e sulla sua nuova esperienza in Serie A

Ciro Immobile è diventato decisivo per la Lazio, anche se il suo sogno al momento è quello di un’udienza privata con Papa Francesco. A Roma infatti sta benissimo, meglio degli anni grigi tra Dortmund e Siviglia, ma soprattutto ha trovato chi ha creduto in lui: «Mister Inzaghi mi ha coccolato fin dal primo momento, ha detto che mi voleva a tutti i costi, mi ha messo al centro del progetto». L’attaccante poi ammette che non è un limite rendere al meglio solo quando ci si sente importanti, a Siviglia ad esempio Unai Emery non lo considerava e lui ha deciso di lasciare. A Dortmund invece è stato diverso, continua il laziale, perché è arrivato alla fine di un ciclo e con problemi di spogliatoio: «Però ho rivisto alcuni ex compagni e sono stati affettuosi con me. Di nuovo all’estero? Un giorno magari ma ora ho la Lazio, sto bene e non cambierò».
CIRO IMMOBILE E LA LAZIO – Dal BVB alla Lazio Immobile afferma di essere cambiato come uomo, l’inserimento nel gruppo vincente giallonero ha modificato la sua idea di calcio e adesso si gode i frutti. «Io buono solo in Serie A? Se fosse così allora non dovrei far bene in Nazionale. A 26 anni per me è un momento decisivo, ho deciso di abbassare la testa e lavorare duro» continua la punta biancoceleste, che afferma di vivere bene a Roma ma di non frequentare troppo il centro della città. C’è rivalità tra Lazio e Roma e Immobile lo sa bene, ha avuto a che fare con i fan giallorossi e adesso distungue i laziali in signorili e i romanisti in popolari. A proposito di laziali, Immobile a Sport Week parla sia del suo rapporto coi fan sia di quello con il presidente Claudio Lotito: «Col presidente si parla bene, dispiace per la contestazione. Spero di poter essere diventato l’idolo della curva, non era facile sostituire uno come Miro Klose».