L'inferno di Santi Cazorla: otto operazioni e rischio amputazione
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L’inferno di Santi Cazorla: otto operazioni e rischio amputazione

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La storia del tremendo calvario di Cazorla. Otto operazioni al tendine della caviglia, sfiorata anche l’eventualità di un’amputazione della gamba.

Santi Cazorla e il suo calvario. Una storia di infortuni straziante quella che ha coinvolto il centrocampista dell’Arsenal, che da più di un anno non scende in campo con la maglia dei Gunners. Dal 2013 a oggi ben otto operazioni al tendine della caviglia, che ne hanno inevitabilmente frenato la carriera. A raccontare la sua storia è stato oggi il quotidiano spagnolo Marca, che ha narrato dettagliatamente l’inferno vissuto dal centrocampista.

Tutto inizia da Spagna-Cile, amichevole che si gioca nel 2013: quel giorno, Cazorla era uscito dal campo per un infortunio al piede destro, che sarebbe poi stato il primo di una lunghissima serie. Nonostante i fastidi successivi all’incidente, lo spagnolo continua a giocare. Il primo lungo stop nel dicembre del 2015, quando si sottopone al primo intervento chirurgico, che interessa però il ginocchio destro: rottura del collaterale. Ma i problemi al piede non cessano e lo spagnolo, pur di giocare, procede con alcune infiltrazioni, utili ad alleviare i fastidi. Nel 2016, l’inevitabile decisione di operarsi al tendine della caviglia, il dolore era diventato insopportabile.

Un intervento molto delicato e i pareri pessimistici dei medici:«Mi hanno detto che se fossi riuscito a tornare a giocare con mio figlio in giardino mi sarei dovuto considerare soddisfatto» , aprono le porte dell’inferno per Cazorla. La riabilitazione procede però bene, anche se un anno dopo lo spagnolo necessita di un nuovo intervento, questa volta al tendine della zona plantare: tre settimane previste per il recupero, che si trasformano in mesi. La ferita, infatti, anche dopo numerose micro-operazioni non riesce a chiudersi: otto gli interventi per cercare di sistemare il problema, senza mai raggiungere una soluzione definitiva. Una situazione mai vista, con il tallone che stava andando in cancrena.

Il metodo di lavoro dei medici inglesi lo portano a decidere di tornare in Spagna, dal dottor Sanchez, il quale una volta scoperta la ferita si mette le mani nei capelli: «Aveva notato la tremenda infezione, che aveva danneggiato parte del calcagno e mangiato il tendine d’achille: mancavano 8 centimetri di tessuto!». Tre i batteri scoperti dai medici spagnoli, che subito lo mettono sotto antibiotico. Santi si sottopone a numerosi trattamenti di successo, tra i quali anche l’esportazione di una parte di pelle dal braccio. E pensare che, se non fosse stata individuata in tempo, quell’infezione avrebbe anche potuto portare all’amputazione della gamba. Il 29 maggio, il dottor Sanchez ha effettuato l’ultimo intervento di ricostruzione del tendine: un nuovo inizio, che porterà finalmente Santi Cazorla in campo dopo gennaio