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Italia-Svezia, Nesta: «Lo spareggio è pericoloso, ma…»

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Alessandro Nesta racconta l’ultimo spareggio giocato dall’Italia nel ’97: «Non andare al Mondiale sarebbe un fallimento»

Uno spareggio a vent’anni di distanza. Alessandro Nesta c’era in quel Russia-Italia del 1997 e l’ha raccontato a “Il Corriere dello Sport”: «Fu difficile perché nello spareggio può succedere di tutto. Giocammo nella neve e il match si trasformò in una battaglia nel fango. Fu l’esordio in Nazionale di Buffon e mi ricordo che andammo avanti 1-0 e poi fummo raggiunti. La qualificazione la conquistammo al ritorno». In un aggettivo lo spareggio Mondiale è… «Molto pericoloso». Come ha vissuto l’avvicinamento a quella doppia sfida? «Con tanto timore perché se sei l’Italia in uno spareggio, hai solo da perdere. La preoccupazione e la pressione sono palpabili». Che consiglio vuole dare agli azzurri? «Di essere forti e di dimostrare quello che valgono».

PLAY-OFF DECISIVI – È un peso essere favoriti? «Non credo perché in campo devi comunque andare concentrato al massimo». La Svezia che ha meno pressione addosso potrebbe sfruttare la situazione? «Per loro giocare contro l’Italia sarà uno stimolo, ma sanno che sulla carta sono inferiori come giocatori e come tradizione». Se l’Italia non andasse ai Mondiali sarebbe… «Un fallimento. Se sei l’Italia, i Mondiali li devi fare per forza». Lei che una Coppa del Mondo l’ha vinta, dica agli azzurri di oggi cosa si perderebbero non qualificandosi. «Non esiste una competizione più bella del Mondiale e quindi si perderebbero molto. Vincendolo poi…». Chi è il nuovo Nesta? «Rugani, Romagnoli e Caldara. Spero facciano una carriera come la mia e quella di Cannavaro, ma per crescere devono giocare la Champions».

LAZIO E IL DERBY – A proposito di ex compagni, com’è Totti da dirigente? «La camicia e la giacca prima o poi se la mettono tutti perché non si gioca in eterno. Con le conoscenze che ha può aiutare la Roma. Se me lo chiedesse però gli consiglierei di fare l’allenatore: noi ex calciatori siamo gente che vuole competere e diventare tecnico è l’unico modo». Si immaginava una Lazio così lanciata? «Aveva fatto bene anche lo scorso anno. Ripetersi era difficile e invece…». Quanti meriti dà a Simone Inzaghi? «Tanti perché sta facendo vedere un gran calcio e la Lazio è costante come rendimento e risultati. Ci ho giocato insieme tanti anni e non mi aspettavo che potesse diventare un tecnico così bravo: in campo pensava soprattutto a far gol, mentre ora ha sviluppato una mentalità di squadra importante». Chi vincerà il derby? «Spero la Lazio. Sarà un match complicato e la differenza la faranno gli episodi». Roma e Lazio sono da scudetto: sì o no? «No, per entrambe lo scudetto è troppo». Se potesse scegliere una panchina tra Milan e Lazio, quale vorrebbe? «Non ci casco. In futuro, quando sarò pronto, mi auguro di allenarle entrambe».