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Italia, risultati dalla parte di Ventura. Non il gioco

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Italia che passa in Albania e si garantisce lo status di testa di serie in vista degli spareggi per il prossimo Mondiale

Vittoria di misura e sofferenza, in classico stile italiano, quanto basta però all’Italia di Gian Piero Ventura per accedere agli spareggi da testa di serie: si giocherà tra poco più di un mese in gare di andata e ritorno, in palio l’ambitissimo accesso a Russia 2018. La vittoria ottenuta ieri in Albania grazie alla firma di Candreva certifica lo status di testa di serie: Italia che dunque sarà inserita tra le prime quattro forze dell’urna. La nazionale italiana è stata fortemente criticata nello sviluppo dell’era Ventura: procediamo a raffronto con la precedente gestione – i due anni vissuti sotto la guida Conte – per comprendere quanto ci sia di reale e quanto di alimentato.

Il confronto tra i due gironi di qualificazione

Ora che il cammino del raggruppamento di qualificazione è terminato anche per l’Italia di Ventura, è possibile nonché plausibile procedere a confronto significativo tra i due andamenti. L’Italia di Conte – nel cammino verso Euro 2016 – era impegnata contro Croazia, Norvegia, Bulgaria, Azerbaigian e Malta. Risultati ottenuti: sette vittorie e tre pareggi. Punti accumulati: 24. L’Italia di Ventura – nel cammino verso Russia 2018 – ha dovuto vedersela contro Spagna, Albania, Israele, Macedonia e Liechtenstein. Risultati ottenuti: sette vittorie, due pareggi ed una sconfitta. Punti accumulati: 23. Siamo sostanzialmente alla pari: i rendimenti dell’Italia di Conte e di quella di Ventura sono in tutto e per tutto assimilabili. Un punto in più per la prima, grazie ai due pareggi ottenuti contro l’avversario più accreditato (la Croazia), mentre all’Italia di Ventura – sempre contro l’avversario più strutturato, la Spagna – è toccato in sorte una sconfitta. Al netto della circostanza per cui – non si offenderanno i croati – una cosa è la Croazia ed un’altra la Spagna. Un punto in più al netto dunque di un girone meno arduo. La dimostrazione arriva anche dalla classifica finale: l’Italia di Conte con 24 punti ha centrato il primo posto alla luce dei 20 ottenuti dalla Croazia (seconda classificata), l’Italia di Ventura con 23 punti ha trovato il secondo posto al cospetto dei 28 accumulati dalla Spagna. Che non ha fatto bottino pieno solo per via del pareggio rimediato in Italia.

Italia, risultati con Ventura

I risultati dunque sono con Ventura alla pari di quanto lo fossero con Conte: di fronte ai numeri non si scappa. Se ne avete bisogno di altri ve li riportiamo: al netto del confronto con le realtà più accreditate dei due gironi (Croazia e Spagna), l’Italia di Conte e quella di Ventura si sono fermate in una sola altra occasione. La prima in Bulgaria con il risultato di 2-2, la seconda stoppata in casa dalla Macedonia (1-1). Ne scaturisce inoltre che l’Italia di Ventura è stata più redditizia in trasferta, con quattro vittorie contro le tre della precedente, peraltro strappando il risultato su campi complessi quali Israele ed Albania. Ancora: nel confronto tra il differenziale di reti la spunta l’Italia di Ventura. Nel girone di qualificazione ad Euro 2016 gli azzurri hanno siglato 16 reti incassandone 7, nel cammino verso il Mondiale l’Italia ha segnato 21 volte e subito in 8 occasioni. Più 9 per la compagine di Conte, più 13 per quella di Ventura. Dunque, se ce lo permettete un tantino superficialmente, l’Italia attuale è stata ingiustamente criticata per i risultati ottenuti. Non perde nel confronto con l’incensata Italia che l’ha preceduta.

Dove invece le critiche all’Italia appaiono sensate

Deve invece essere giustamente aperto il dibattito sul livello di gioco raggiunto dalla nazionale di Gian Piero Ventura: in tal senso l’Italia latita. E non poco. L’incertezza tattica ha gravato sulla situazione in essere: l’impianto tattico non sembra valorizzare in pieno le risorse a disposizione, su tutte un centrocampo che non vanta gli interpreti essenziali per poter essere sorretto da due soli componenti. Preferibile una mediana a tre probabilmente, che si aiuti di più e faccia nucleo tra i suoi interpreti. Un legame che oggi pare mancare: quel comparto di campo – cruciale per ogni squadra dalle determinate ambizioni – viene sistematicamente saltato dall’Italia di Ventura. Ne risente ovviamente la proposta di calcio: senza un centrocampo funzionante non si va da nessuna parte. Va riconosciuta la coerenza del commissario tecnico con le sue idee: il suo 4-2-4 però, nonostante l’impiego simultaneo di tanti attaccanti, non ha al momento trovato le necessarie alchimie. I quattro attaccanti non si trovano nel campo. A dire il vero neanche si cercano. Ed il senso di schierarne così tanti era proprio quello di aumentare la densità nella metà campo avversaria, far avvertire la propria presenza, giungere ad una produzione offensiva costante e degna di essere chiamata tale. Ad oggi di tutto ciò non c’è traccia: Ventura paga anche il classico deficit che i commissari tecnici devono rendere rispetto al lavoro abituale che si fa in un club ad esempio, ma per centrare l’accesso al Mondiale – e magari disputarlo all’altezza del nome che questa nazionale si porta dietro – c’è urgenza di un cambio di passo.