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Juventus, appello nel processo sul caso biglietti: decisione rinviata

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Coinvolta la Juventus anche nella persona del presidente Agnelli: si parte con il secondo grado di fronte alla Corte Sportiva d’Appello – 15 novembre, ore 17.35

Tutto rinviato, di circa un mese! E’ questa la decisione della Corte d’Appello che oggi doveva prendere una decisione sul ricorso presentato dagli avvocati del presidente Agnelli e anche da parte del procuratore Federale Pecoraro sul ‘caso biglietti’. Il presidente della Juve era stato condannato in primo grado a un anno di inibizione e a 20 mila euro di ammenda (condannati anche Merulla e D’Angelo, collaboratori del presidente bianconero e Calvo, ex collaboratore del numero uno della Juventus). La sentenza di secondo grado non arriverà quest’oggi ma, secondo “Sky Sport“, è stata rinviata.

Juventus, oggi l’appello nel processo sulla vendita dei biglietti – 15 novembre, ore 8.40

Il secondo tempo si gioca in un clima più strano di quello di San Siro: la Juve si presenta all’appello dell’ormai celebre caso biglietti e a pochi metri trema il Palazzo d’Inverno del calcio italiano. La riunione in Figc convocata dal presidente Carlo Tavecchio dovrebbe iniziare alle 16, proprio nel momento in cui scatterà il processo davanti alla Corte Sportiva d’Appello Nazionale: si discute la posizione del presidente bianconero Andrea Agnelli, condannato in primo grado a un anno di inibizione e a 20 mila euro di ammenda. Poi gli altri coinvolti dal deferimento del procuratore federale, Giuseppe Pecoraro: l’ex capo del marketing bianconero, ora al Barcellona, Francesco Calvo, punito con un anno di stop più 20 mila euro di ammenda; il capo della biglietteria Stefano Merulla, punito con un anno più 20 mila euro; il security manager Alessandro D’Angelo, punito con un anno e tre mesi più 20 mila euro.

JUVENTUS – Capitolo società: come riporta “La Gazzetta dello Sport”, si ridiscuterà della multa da 300 mila euro inflitta il 25 settembre. Il tema è sempre quello dei rapporti non consentiti con gli ultrà-bagarini, gente in odor di ‘ndrangheta secondo la sentenza di primo grado «Alto Piemonte»: è figlia di un’inchiesta che ha  scoperchiato le trame nella curva bianconera e che è arrivata sul tavolo Figc. La giustizia ordinaria, però, aveva già escluso la consapevolezza da parte dei vertici bianconeri della natura criminale dei soggetti in questione. E l’aggravante mafiosa, incautamente inserita nel deferimento di Pecoraro, è stata spazzata via anche dal tribunale sportivo in primo grado.

SCENARI – Agnelli ha già iniziato a scontare l’inibizione dal giorno della condanna. Al contrario, nulla è accaduto in Europa visto che l’Eca, organismo di cui è presidente, ha un regolamento privato. Non è sicuro che già oggi si arrivi a sentenza perché, davanti al collegio presieduto dal giudice Sergio Santoro, si discutono diversi ricorsi: quello dello stesso Agnelli, atteso in via Allegri con i suoi legali Luigi Chiappero e Franco Coppi; quello di Calvo, difeso da Leandro Cantamessa, la cui pena è stata raddoppiata rispetto ai 6 mesi chiesti dall’accusa; quello di Pecoraro che punta a vedere riconosciuto in toto il teorema che finora ha retto solo sulla questione biglietti. Sono stati ceduti in numero enormemente superiore rispetto al consentito, agevolando il bagarinaggio. Tra l’altro, in queste settimane, la Procura ha acceso un faro anche su un’altra società di vertice: l’ipotesi è che alcuni tagliandi in dotazione a tesserati del Napoli siano finiti a personaggi legati alla malavita.