2013
Marotta: “Isla resta, Vucinic pure. In entrata? Siamo a posto così”
L’ad bianconero in visita a Chatillon fa il punto della situazione
Giuseppe Marotta, salito in visita a Chatillon insieme ai parlamentari di Roma, ha fatto il punto della situazione ad un mese e mezzo dalla conclusione del mercato. Impossibile non partire da Isla: “Come sapete il mercato è ricco di dinamiche con scenari che cambiano da un giorno all’altro. Il cileno è oggetto del desiderio dell’Inter: noi ci siamo seduti al tavolo e abbiamo ascoltato a più riprese quelle che erano le loro proposte. Poi abbiamo valutato la congruità economica e abbiamo fatto una valutazione di carattere tecnico chiedendo a Conte qual’era il suo pensiero: non riteniamo che possa essere messo sul mercato e quindi Isla è a tutti gli effetti un nostro giocatore”.
Qui a Chatillon si aspettava così tanti tifosi?
“Sì, ce lo aspettavamo perché s’è presentata qui a Chatillon la squadra campione d’Italia. Il pubblico ha risposto in modo adeguato al blasone che la Juve rappresenta. Il lavoro svolto fin qui è un lavoro molto proficuo ed intenso. Conte ha sviluppato una metodologia di lavoro molto valida e i tre nuovi si sono integrati benissimo: sono ottimista per il futuro”.
Conte ha bocciato il tridente con tre attaccanti puri. Vucinic quindi è tagliato fuori. Il montenegrino è il presente e il futuro della Juve?
“Parlare di lui è come parlare di tutta la rosa che ancor prima di cominciare la prossima stagione porta in dote due scudetti consecutivi: tutti i giocatori che la compongono sono giocatori di grande valore che vanno rispettati. Ovvio che con i nuovi innesti la competizione è aumentata e quindi il tecnico valuterà al meglio lo stato di forma dei singoli giocatori per schierare la miglior formazione. La concorrenza è un fatto positivo e non negativo e che coinvolgerà non solo Vucinic. E’ riduttivo parlare di Vucinic perché dobbiamo affrontare tutte le situazioni di mercato e valutare attentamente tutto quello che si verifica. Oggi non ci sono le condizioni affinchè Vucinic sia trasferito”.
Si può dire che la Juve è competitiva anche senza un giocatore da 30 milioni di euro come Jovetic che è volato a Manchester?
“Il modello Juve che noi abbiamo creato porta ad una riflessione semplicissima: il management deve raggiungere l’optimum sportivo che significa in sostanza allestire la squadra più competitiva possibile alzando la l’asticella dei risultati cercando di puntare sempre più in alto. Ma l’optimum sportivo è correlato anche al raggiungimento di un optimum aziendale che porta al rispetto dei parametri finanziari e patrimoniali. Quindi il nostro modello ci porta a provare ad essere ancora una volta i primi in Italia e super competitivi in Europa. Però dando uno sguardo ai trasferimenti avvenuti in queste ultime settimane e la loro consistenza credo sia arduo immaginare di non avere difficoltà anche in campo internazionale”.
Lichtsteiner e Asamoah hanno aperto le porte ai possibili nuovi arrivi sulle fasce. Qual è il punto della situazione su Zuniga e Kolarov?
“Fa piacere sapere che i nostri calciatori sono contenti se il valore della rosa verrà accresciuto a fronte delle tre competizioni che andremo ad affrontare e in base al dispendio di energie. Questo è l’obiettivo che ci siamo prefissi anche noi. Abbiamo agito anzitempo arrivando a tre innesti di grandissima qualità come Tevez, Llorente e Ogbonna. Noi i guardiamo con un occhio interessato le vicende di mercato che si sviluppano fermo restando che facciamo attenzione a quanto detto poco prima (optimum aziendale, ndr)”.
Si può dire che l’ultimo tassello di questa Juve è l’esterno?
“Conte è un allenatore che ha nella coralità la sua arma vincente ed è molto bravo a modulare la squadra a seconda delle esigenze. Io credo che i giocatori che abbiamo a disposizione siano in gran parte eclettici: possono coprire più ruoli. Di conseguenza credo che in questo momento siamo a posto così. Poi è ovvio che se ci fossero delle opportunità logiche evidentemente le sfrutteremo. Nell’immediato non credo ci siano opportunità concrete”.
Si può dire che in attacco c’è almeno un giocatore che sarà costretto a partire?
“Chiaro che numericamente là davanti siamo in esubero ma parlare di nomi è antipatico. Anche perché l’assenso al trasferimento è fondamentale: è il giocatore a dover dare il consenso come nel caso di Giacchierini che ha valutato positivamente un suo trasferimento in Premier League e l’abbiamo accontentato. In questo momento abbiamo un attacco folto quindi dobbiamo arrivare ad avere cinque attaccanti”.