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Milan, stop agli investitori e agli arabi: la UEFA vuole garanzie

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Ancora nuovi problemi per il Milan. I potenziali nuovi finanziatori hanno congelato l’interessamento per il club. Oggi il CdA

Problemi, problemi e ancora problemi in casa Milan. La conferma ufficiale degli accertamenti della Guardia di Finanzia sui 740 milioni necessari all’acquisto del club rossonero da parte di Yonghong Lì è solo l’ultimo dei mille problemi attorno al mondo Milan. Secondo “La Repubblica” i nuovi potenziali compratori o investitori sono spaventati dalle tante variabili esterne e hanno congelato l’interessamento. Ci sono delle perplessità sugli introiti dalla Cina. Un gruppo arabo, mosso da Jorge Mendes, stava valutando un’offerta ma ha bloccato tutto.

Oggi andrà in scena un delicatissimo Consiglio d’Amministrazione con Marco Fassone che dovrà dare delle risposte per l’ultimo aumento di capitale di Yonghong Lì (16 milioni su 60) e soprattutto per il rifinanziamento del debito con il Fondo Elliott in scadenza a ottobre. Fassone ora ha due obiettivi: prendere tempo per fare ossigeno al presidente Yonghong Lì e trovare nel minor tempo possibile qualcuno che sia in grado di rifinanziare il debito con Elliott. Le trattative per il rifinanziamento potrebbero slittare ad aprile e anche la scadenza di fine gennaio per i 16 milioni potrebbe essere posticipata grazie agli incassi da stadio e ai diritti tv.

Attenzione però alla UEFA. A fine marzo ci saranno nuove verifiche dopo la bocciatura del voluntary agreement arrivata a dicembre ma il Milan ha fornito delle rassicurazioni. L’UEFA, che nel frattempo ha aperto un canale con la Covisoc per l’uniformità delle regole e dei criteri di valutazione sul caso rossonero, chiede che il rifinanziamento venga ratificato almeno 6 mesi prima della scadenza del debito con Elliott, ovvero a fine aprile, per sancire l’accordo sul settlement e il patteggiamento sulle sanzioni sportive. Il tempo è nemico dei rossoneri perché se i rossoneri si qualificheranno all’Europa League potrebbero iniziare i preliminari a metà luglio e solo nel remoto caso di mancato settlement rischierebbe a fine maggio il dossier peggiore, con l’esclusione dalle coppe.