Inter-Juve, Moratti: «Vecchia storia, vittime di situazioni strane»
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Moratti torna su Inter-Juventus: «Vecchia storia, ci sono molte cose che non quadrano»

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L’ex presidente interista Massimo Moratti ha detto la sua dopo le polemiche su Inter-Juventus, ricordando anche l’episodio del 1998

Inter-Juventus senza fine. Dopo le polemiche sull’arbitraggio di Orsato, i giorni successivi alla sfida di San Siro giocata sabato sono stati caldi. Anche l’ex presidente nerazzurro Massimo Moratti, intervenuto a margine di un evento all’Istituto Nazionale Tumori, ha voluto dire la sua: «Per molti interisti è stato un ritorno al passato, di colpo ci si è sentiti dentro la storia di una volta, nel fatto di essere vittima di situazioni strane. Partite come quella di sabato ti fanno sentire ancora di più interista. Reggere la partita in quel modo fino all’85’ è stato eroico, quindi forse si poteva fare anche per altri cinque minuti» le parole riportate da La Gazzetta dello Sport.

Moratti ha poi parlato di Var: «La sua introduzione è giustissima, si è visto quanto manchi nella gare di Champions. Poi dietro il Var c’è una persona e quindi anche quella può non vedere nella stessa maniera di qualcun altro. Ho vissuto con molta ansia InterJuve, il fallo di Pjanic faceva parte di quella guerra che c’era in campo, mi sembrava che ogni momento fosse quello buono perché accadesse qualcosa di nuovo. Poi c’è stato un altro fallo su Cancelo. Ci sono molte cose che non quadrano. Non prenderei quello che è successo nel ’98 come termine di paragone per sabato scorso. Posso dire che ho visto di nuovo le immagini di allora e non capisco come Ceccarini abbia potuto dire che era fallo di Ronaldo»

L’ex presidente nerazzurro ha poi svelato alcuni retroscena: «Le cessioni a volte le fai perché devi farle. L’acquisto che avrei voluto è Cantona, come sanno tutti, e avremmo vinto subito. Un mio errore all’inizio è stato badare poco alla difesa, ho preso molte promesse ma serviva gente esperta. Quando abbiamo preso Samuel siamo andati a posto. La delusione più profonda? Sicuramente quellacontro la Lazio il 5 maggio 2002. Mourinho? Ho sempre un rapporto molto buono. Di tutti i tecnici è quello che ha chiesto meno, mai mi ha chiamato per chiedere un giocatore, cosa che era prassi per altri. Aveva un gran senso del dovere e del suo ruolo. La sua fuga al Real? Fece una cosa sbagliatissima, fu una stupidaggine, però con una cosa come il Triplete non posso che perdonarlo. E poi il giorno dopo era a casa mia. Ibrahimovic per Eto’o? Fu una operazione fatta molto bene. Lippi? Eravamo usciti al preliminare di Champions, avevamo perso a Reggio Calabria, mancava la presa. Esonerandolo non credo di aver fatto una cosa ingiusta».