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Napoli, Sarri: «Mi aspettavo un Pescara così»

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Mister Maurizio Sarri commenta i 90 minuti giocati dal suo Napoli contro il Pescara, in quel di Fuorigrotta

Napoli, Sarri a RaiSport: «Mi aspettavo un Pescara così»

Maurizio Sarri commenta la vittoria odierna del Napoli contro il Pescara: «Queste son delle partite difficili per tutti, il Pescara ha pressato alto nel primo tempo ed era complicata sbloccarla, quel tipo di atteggiamento ha portato però ad un calo alla distanza e c’era solo da restare calmi e approfittare del loro momento di calo. Siamo stati fortunati ad andare in gol subito nella ripresa grazie ad un calcio piazzato, resta un pizzico di rabbia il gol al 93’ in una partita in cui non avevamo concesso nulla. Io mi aspettavo un Pescara così e un primo tempo con questa difficoltà, ma mi aspettavo anche che la squadra crescesse nella ripresa e con più spazi a disposizione».

Il Napoli batte il Pescara in casa, Sarri può sorridere e dichiara ai microfoni di Sky Sport: «Maradona non si può invitare a Napoli, lui può e deve andare dove vuole. E’ stato l’emblema non di una squadra ma di una città. Non mi aspettavo di vederlo al San Paolo: è il padrone assoluto, sarebbe giusto dargli le chiavi dello stadio, del Comune e della città. Ha rappresentato e rappresenta Napoli: è il monumento più rappresentativo, nonostante la bellezza di Partenope. Le difficoltà iniziali, contro questo tipo di squadra, sono comuni a tutti: grande sforzo da parte loro, intensità e densità. Inevitabilmente a partita in corso tendono a calare alla distanza, concedendo occasioni. A loro non abbiamo concesso praticamente nulla, mi dispiace aver subito gol. Dopo le difficoltà preventivabili del primo tempo, abbiamo offerto una buona prestazione. Il Napoli, dal punto di vista economico, in questo momento storico, non può competere con i top club e l’unica soluzione è prendere dei buoni giocatori giovani e sperare che diventino ottimi. C’è un gap nel fatturato che non ci permette di andare a prendere Messi a Barcellona. Spero che tra i nostri qualcuno diventi un campione, anzi c’è qualcuno che può diventare un fuoriclasse. Zielinski e Hamsik? Hanno qualità non comuni, Marek lo è già a Piotr manca un po’ di personalità. Sono gli interni più forti del campionato per quanto riguarda la fase offensiva, non quella difensiva. Io, fossi in Jorginho, mi preoccuperei visto che lo obbligano a fare un gran lavoro senza palla. Siamo una delle poche grandi squadre ad essere di proprietà di una famiglia, le altre sono nelle mani di grandi multinazionali. Anzi, De Laurentiis sta facendo anche di più rispetto alle sue possibilità. Chiederei la certezza di poter lavorare per 2 – 3 anni consecutivi con giovani come Zielinski, Diawara, Rog».