Povero Diavolo, che pena mi fai... - Calcio News 24
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2012

Povero Diavolo, che pena mi fai…

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Appare troppo facile citare un passo di una arcinota canzone di Riccardo Cocciante, per commentare lo stato attuale di una squadra, ultracentenaria e pluridecorata, che ha mandato alle stelle il calcio italiano in diverse situazioni e che per il momento sta pagando a caro prezzo una serie di scelte errate, che si rincorrono ormai da diverso tempo e che in queste settimane stanno facendo riscontrare risultati a dir poco apocalittici.

Il Milan è in evidenti difficoltà, se qualcuno non se ne fosse accorto, e di ricette, a breve termine, non ce ne sono. Inutile attaccarsi alle solite storie: le cessioni dei campioni hanno fatto parte del DNA rossonero già dai primi anni dell’era Berlusconi, quando Gullit andava e tornava dalla Sampdoria ma la squadra continuava a vincere anche senza di lui; Allegri è lo stesso allenatore che ha guidato la squadra verso uno scudetto forse inaspettato alla vigilia, infondendo cattiveria agonistica e grinta ai suoi giocatori e traendo il meglio da elementi come Robinho, divenuto decisivo nel finale di stagione.

Il tecnico livornese ha sicuramente fatto delle scelte discutibili, come la sostituzione di El Shaarawy dopo aver preso gol dall’Atalanta o il mancato ingresso del volenteroso Bojan nella triste serata contro l’Anderlecht, ma certi errori non sono niente rispetto a quelli fatti dalla società durante l’estate: incaponirsi sul sogno impossibile legato al ritorno di Kakà ha portato via tempo prezioso per puntare su obiettivi più abbordabili, e ha portato come immediata conseguenza il mantenimento di un gruppo non rafforzato a sufficienza dopo gli addii eccellenti.

E poi c’è lo strano rapporto tra la dirigenza e lo stesso Allegri: tenuto a furor di popolo nonostante alcuni momenti di scarsa chiarezza nelle comunicazioni, per poi criticarlo aspramente dopo certe uscite poco convincenti, come il Trofeo Tim e l’amichevole negli States contro la corazzata Real Madrid. Tutta una serie di eventi che rendono la situazione sempre meno chiara, e sempre più negativa, per una stagione che doveva vedere il riassestamento del Milan ma che rischia di trasformarsi in una specie di Inferno di dantesca memoria.