Raiola: «Ibrahimovic via dalla Juventus? Ecco la verità» - Calcio News 24
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Raiola vuota il sacco: «Ibrahimovic dalla Juventus all’Inter? Calciopoli non c’entrava»

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Mino Raiola fa luce sull’addio di Ibrahimovic alla Juventus nel 2006. Nulla a che fare con Calciopoli ed il disarmo bianconero, ma una scelta ponderata: «All’Inter avrebbe fatto la storia»

Guardare indietro, al passato, non sempre è un bene. Può esserlo però per fare chiarezza su alcuni dei punti oscuri delle vicende degli ultimi anni. Una di queste, per il mondo juventino, riguarda ovviamente Calciopoli ed in particolar modo l’addio di moltissimi campioni che, nell’estate 2006, con la Vecchia Signora retrocessa d’ufficio in Serie B, furono costretti ad emigrare. Tra questi Zlatan Ibrahimovic, venduto all’Inter (con cui poi sarebbe tornato a vincere lo Scudetto) secondo i tifosi bianconeri proprio per le necessità della Juventus di quel periodo. Verità o bugia? Mino Raiola ha fatto chiarezza in una intervista: «Quando Zlatan andò via dalla Juve, era già tutto pronto da un anno circa – ricorda il procuratore italo-olandese al giornale svedese Expressen (leggi anche: Raiola: «Ibrahimovic giocherà ancora, mi servono soldi!») – . Ibrahimovic non se ne andò per via di Calciopoli, non c’entrava nulla: io avevo già organizzato l’addio».

Il fatto che a prendere Ibrahimovic fosse proprio l’Inter che aveva appena scippato in tribunale lo Scudetto alla Juve e che dai tifosi bianconeri veniva vista come la grande usurpatrice, fu quasi una casualità. «Io sentii che era il momento di andare all’Inter per Zlatan, secondo me era la situazione ideale per lui: è andato lì per scrivere la storia – ricorda ancora Raiola – . Alla fine della fiera ognuno fa ciò che vuole, non esiste al mondo un animale che faccia una cosa controvoglia». Tre anni dopo Ibrahimovic avrebbe lasciato l’Inter per il Barcellona, ma appena una stagione più tardi sarebbe tornato in Italia… «Dopo Barcellona io sapevo che Zlatan doveva tornare in Italia, a Milano, ma non all’Inter». Ed infatti Milan fu. Tutto il resto, ormai, è storia.