Juventus: la triste storia di Rashed Al Hajjawi - VIDEO - Calcio News 24
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Juventus: preso Rashed, “il Messi di Palestina”? Era solo un bluff – VIDEO

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La triste storia di Rashed Al Hajjawi, “il Messi di Palestina”. Un anno fa il suo nome era stato accostato alla Juventus da un impresario senza scrupoli, ma del sogno dello sfortunato bambino non è rimasto nulla…

Un anno fa di Rashed Al Hajjawi parlavano tutti. Lui era il bambino palestinese, o per meglio dire “il Leo Messi di Palestina”, come era stato soprannominato la cui storia aveva incantato il mondo. Sì, perché Rashed, nonostante il talento, non era un bambino come tutti gli altri: alle spalle aveva la guerra. La sua famiglia era scappata dall’infermo palestinese per l’Iraq, ma a Baghdad, si sa, le cose non vanno assai meglio. Così Rashed era stato portato in Norvegia e aveva incontrato i suoi idoli: Cristiano Ronaldo e Zinedine Zidane, aveva posato con una maglia dell’Argentina di Messi ed era nato un sogno. Un impresario gli aveva promesso di portarlo alla Juventus. Di più: gli aveva detto che si sarebbe allenato a Vinovo e sarebbe stato tesserato. I bianconeri avevano quasi subito smentito ed un anno dopo scopriamo che sì, quella storia non era altro che un’illusione.

Sì, perché come racconta stamane La Repubblica, Rashed è stato solo il gioco di un impresario senza scrupoli che aveva convinto il papà, Mohamed, ad andare a Torino per permettere al figlio di diventare un professionista. Rashed era stato sottoposto ad alcune visite mediche al J-Medical, ma… «Il giorno dopo le visite la persona che ci aveva accompagnato ci ha detto che avevamo capito male e che Rashed non era ancora della Juventus». Sì perché il piccolo, come precisato anche dalla Juve, non poteva e non può essere tesserato: non ha nemmeno i documenti ancora. Così di quella storia, che poco aveva a che vedere con i bianconeri (leggi anche: Juventus, ecco Rashed), frutto semplicemente della spietatezza di un trafficante di sogni, oggi rimane la disperazione. La famiglia del piccolo è rimasta a Torino (in Norvegia ha dovuto vendere tutto), ma non appena arriverà il passaporto del padre, si trasferirà in Germania. Lontano dall’incubo…