Sassuolo, Di Francesco: «Non cambio le mie idee: saremo propositivi con chiunque» - Calcio News 24
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2013

Sassuolo, Di Francesco: «Non cambio le mie idee: saremo propositivi con chiunque»

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SERIE A SASSUOLO ROMA DI FRANCESCO – Intervenuto a ‘Radio Anch’io Sport’, Eusebio Di Francesco, tecnico del Sassuolo, ha parlato del momento attuale della sua squadra: «Abbiamo avuto un impatto quasi devastante con la Serie A: siamo arrivati un po’ in ritardo su tutto, ed è stato anche difficile trovare un equilibrio. Lo abbiamo trovato, anche a livello mentale, dopo la scoppola contro l’Inter. Abbiamo buone individualità, ma per salvarci serve lo spirito: senza quello non andiamo da nessuna parte».

BERARDI – «Domenico – ha proseguito – l’anno scorso giocava in primavera: l’ho visto e l’ho voluto subito. Era un po’ ‘leggerino’ mentalmente, ma da un certo punto di vista spero che possa giocare con la stessa pensieratezza. Pegolo sta facendo benissimo: ieri è stata la sua miglior prestazione».

ITALIANI«Il gruppo nel momento di difficoltà si è unito intorno a chi conosceva già quello che volevo io: sono andato sull’usato sicuro, sugli italiani, e adesso sto pian piano inserendo i nuovi arrivati».

SERIE A – «Noi siamo venuti in Seria A giocando un gran bel calcio e proveremo a farlo anche quest’anno: le difficoltà ci sono, gli avversari sono forti, ma noi di certo non giocheremo mai palla lunga, non ci appartiene. Contro Napoli e Roma abbiamo giocato con una grande mentalità. Contro Torino e Verona s’è visto un bel Sassuolo, ma la svolta è arrivata dopo la scoppola con l’Inter. Ma ripeto una cosa: non affronteremo mai un avversario solo per difenderci, noi la nostra partita ce la vogliamo sempre giocare».

MAESTRI – «Quando sento – ha concluso – dire che sono zemaniano, mi viene da sorridere: io sono Difranceschiano. Poi è ovvio, da Zeman ho imparato molto a livello offensivo, visto che lui è il migliore in quel senso. Ma non basta, c’è dell’altro, tra cui la capacità di saper gestire il gruppo. Scudetto? La Juventus è famelica, ha grande aggressività e il merito è di Conte. Poi ci metto la Roma, che ha ritrovato un De Rossi in formato Mondiale».