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Tavecchio, fate presto!

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Carlo Tavecchio è ad un passo dal diventare il nuovo Presidente della Lega Calcio: fate presto e non parliamone più

Il 10 novembre 2011, Il Sole 24 Ore allora diretto da Roberto Napoletano titolò: «Fate presto». Un titolo destinato a restare ben impresso nell’immaginario collettivo. Erano i tempi dello spread – che poi si rivelò un mezzo imbroglio – quelli in cui Mario Monti sembrava il salvatore della patria. Con quell’invocazione – fate presto, appunto – il quotidiano economico si rivolgeva al senso di responsabilità di deputati e senatori, affinché trovassero l’intesa per la formazione di un governo che riuscisse a portare l’Italia fuori dalla crisi.

Era un Paese, quello descritto da Napoletano, come sull’orlo del baratro. Non siamo noi a dover dire se davvero quel giudizio fosse calzante, se l’Italia in quel momento governata da Silvio Berlusconi avesse realmente bisogno di un cambio di guida. Ma traslato al momento del calcio italiano, quel titolo, quel Fate presto, sembra calzare a pennello. E non nel senso che all’epoca Il Sole gli diede, quanto all’opposto: fate presto, e non parliamone più.

Il riferimento è all’elezione – data ormai per certa – dagli organi di stampa di Carlo Tavecchio alla presidenza della Lega Calcio. E in discussione – dal punto di vista di chi scrive – non c’è neanche l’uomo in particolare, che per quanto possa stare antipatico ai più, qualcosa di buono quando era alla FIGC ha anche realizzato. Ma se i nostri dirigenti, dopo il tonfo più pesante della storia – l’esclusione dell’Italia ai prossimi Mondiali – hanno l’arroganza di scegliere Tavecchio come l’uomo che dovrà rigenerare la Lega Serie A, allora c’è qualcosa che non va. Probabilmente è uno schiaffo ai tifosi, un modo per dire che in Assemblea ci sono i club e quelli decidono. O forse è lo specchio dei tempi: perché se a spuntarla è Tavecchio, vuol dire che forse di meglio non si è saputo proporre. Non lo sappiamo. Sappiamo che a breve i soliti volti sceglieranno il Ta-vecchio presidente. Fate presto, dunque e provate – se riuscite – a non farci altro male.