Torino, Molinaro: «Grazie Parma, al Toro darò esperienza»

Le prime parole di Molinaro con la maglia del Torino

MOLINARO TORINO – Molinaro da qualche giorno è un nuovo giocatore del Torino. Ex Juventus, gli ultimi sei mesi in prestito a Parma, Molinaro è arrivato in scadenza dallo Stoccarda e oggi ha dichiarato: «Ringrazio il Parma e Ghirardi che mi hanno permesso di tornare in Italia, grazie anche a Leonardi e a mister Donadoni. Questa trattativa è nata in fretta e di fronte a una grande squadra come il Torino non ho avuto dubbi, anche in passato Petrachi si mosse, era destino che venissi qui».

CAIRO – Molinaro ha proseguito: «Il Torino ha dimostrato nella gestione Cairo la voglia di tornare alla posizioni che gli erano consone nella sua storia. Poi è ovvio che il campionato dell’anno scorso sia ancora sotto gli occhi di tutti. Io ho una certa esperienza e credo di poterla dare al Toro, spero di poter contirbuire tecnicamente e umanamente. Spero e credo di poter convincere il pubblico granata».

EUROPA – Ancora Molinaro: «In Europa capita di trovare un calcio differente, si affrontano squadra che hanno una mentalità diversa dalla nostra e che magari danno meno peso alla tattica e giocano a viso aperto. Poi è anche questione di clima, uno ascolta la musichetta e si carica sotto il profilo emotivo, magari poi riesce a dare anche quaocosa di più. Io il Torino comunque lo seguivo pure in Germania ma affrontandolo ho capito i meccanismi oliati dietro a questa squadra».

VENTURA – Molinaro ha aggiunto: «Ho già parlato con Ventura, ci siamo dati appuntamento a fine mese per il raduno e il ritiro. Concorrenza con Darmian? Io non sono mai entrato negli aspetti tattici, penso solo ad allenarmi e a dare il meglio. Sono arrivato anche in nazionale in amichevole e ricordo i brividi durante l’inno, in quel momento pensai di avercela fatta».

BUNDESLIGA – A Tuttosport Molinaro ha concluso: «In Germania ci ammirano e non capiscono come afanno a perdere sempre contro di noi. Non c’è tattica esasperata in Bundesliga, giocano tutti con lo stesso sistema e le sfide sono più intense fisicamente. Violenza? Negli stadi in Germania non se ne parla, ti allontanano anche se getti in campo le riviste. Vivono la partita come una gita, si vedono anche famiglie allo stadio».