Esclusiva, ex arbitro Marelli: "Ben venga la tecnologia in campo, ma in Italia il problema è un altro" - Calcio News 24
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2012

Esclusiva, ex arbitro Marelli: “Ben venga la tecnologia in campo, ma in Italia il problema è un altro”

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E’ notizia di ieri che la FIFA ha dato definitivamente il via libera per l’introduzione della tecnologia al fianco degli arbitri, in particolare per quanto riguarda i gol fantasma. Per commentare questa novità assoluta, la redazione di CalcioNews24.com ha contattato in esclusiva Luca Marelli, ex arbitro di Serie A e B.

 

Signor Marelli, come giudica questa presa di posizione da parte della FIFA?

Inizio col dire che la classe arbitrale è sempre a favore delle innovazioni tecnologiche. L’obiettivo degli arbitri è quello di sbagliare sempre meno possibile, quindi più aiuti ci sono meglio è. Penso comunque che l’uso della tecnologia, in Italia, sarà limitato a poche categorie; oltre a Serie A e B, mi viene difficile pensare che sarà introdotta anche in Lega Pro”.

 

Si è parlato per anni di introdurre la tecnologia nel calcio, come mai ci è voluto così tanto?

Vado a sensazione. Blatter non ha mai voluto introdurre novità regolamentari riguardanti la tecnologia, quindi mi dà l’impressione di essere una sorta di ripicca”.

 

Ci spieghi meglio…

Facendo leva sul suo potere, Blatter ha imposto alla UEFA di non procedere a rivoluzioni. Dall’altra parte Platini, che punta alla presidenza della FIFA, ha introdotto gli arbitri di porta. Ecco, quella di Blatter mi sembra una mossa politica. E’ soltanto una mia idea, ma altrimenti mi riesce difficile capire perché di punto in bianco ha deciso di passare alla tecnologia sui gol fantasma”.

 

A questo punto i cosiddetti gol fantasma non avranno più ragion d’essere?

La tecnologia aiuterà gli arbitri a non sbagliare ma risolve solamente un paio di casi all’anno perché in ogni stagione i gol fantasma sono due o tre. Sicuramente ci sarà una certezza rispetto a questo tipo di episodi, che però sono marginali. E’ vero che l’anno scorso un gol fantasma ha parzialmente cambiato l’esito del campionato e la tecnologia toglie responsabilità agli arbitri, ma dobbiamo ben sapere che si tratta di episodi marginali. Nei recenti Europei la sfida tra Inghilterra e Ucraina è stata decisa da una valutazione sbagliata degli arbitri su un gol fantasma ma, ripeto, si verificano pochi episodi di questo tipo”.

 

Installare questi sensori costerebbe circa 200mila dollari per stadio, non una cifra eccessiva.

Assolutamente no per quanto riguarda la Serie A e gran parte della Serie B. Per i tempi che corrono, però, le società di Lega Pro non possono permettersi una spesa del genere. Già in cadetteria ci sono club che potrebbero far fatica, ma immagino che a sostegno delle società interverrà il Comune in cui si trovano. Comunque si tratta di un’innovazione non immediata, prima verrà sperimentata come accaduto con i giudici di porta”.

 

A proposito, ora gli arbitri di porta dovranno convivere con i sensori?

Gli arbitri addizionali, che a mio parere non servono assolutamente a nulla, hanno una funzione completamente differente rispetto alla tecnologia. I sensori avranno il compito di indicare se la palla ha oltrepassato completamente la linea di porta, mentre i giudici di porta hanno altre funzioni. Sono quindi convinto che non si tornerà indietro. Il problema però, almeno per quanto riguarda l’Italia, è un altro secondo me. A livello qualitativo gli arbitri italiani sono eccellenti, ma a livello quantitativo non abbiamo direttori di gara di categoria per un anno intero. E’ vero che vengono ben pagati, ma non significa essere concentrati nove mesi consecutivamente. Bisognerebbe pensare a incrementare il numero degli arbitri. Ritengo che la divisione tra CAN A e CAN B, avvenuta nel 2010, sia stata un’errore e porti diversi problemi. In Serie A servirebbero circa cinquanta arbitri”.