Juventus, perché è lo scudetto di Allegri - Calcio News 24
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2015

Juventus, perché è lo scudetto di Allegri

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La Juventus centra il suo quarto scudetto consecutivo: è Massimiliano Allegri la figura chiave del successo

La Juventus cala il poker e no, non dite che non c’erano dubbi: ricorderete tutti le uova e gli sputi che accolsero la presentazione di Massimiliano Allegri quale nuovo allenatore bianconero, nella piena di un fiume riempito dalle lacrime delle vedove di Conte. La storia non è cambiata: scudetto, il quarto consecutivo della Juventus, ed è persino migliorata pensando all’attuale prospettiva internazionale.

INTELLIGENZA E PERSONALITA’ – Max Allegri è entrato in punta di piedi nel mondo Juventus, quasi senza far rumore: ha inizialmente lasciato tutto come ha trovato perché cambiare avrebbe significato sbagliare, poi si è gradualmente impossessato della squadra imprimendo il proprio credo calcistico e dunque le sue idee non soltanto in termini strettamente tattici. Approccio intelligente e non da prima donna, ma – lo ha peraltro detto proprio capitan Buffon oggi – c’erano da convincere i giocatori: inebriati dal triennio Conte, i punti interrogativi sulla nuova figura e nel complesso sull’immediato futuro sono inevitabilmente sorti. Allegri ha invece dimostrato di saper dialogare con campioni ultratitolati senza minare la necessaria leadership che la guida tecnica di una squadra deve vantare.

TEVEZ-CENTRISMO – L’allenatore bianconero non ha avuto paura di ammetterlo candidamente: “Tevez è la nostra stella, per noi è come Messi per il Barcellona o Ronaldo per il Real Madrid. Che Dio ce lo preservi”. Il rischio in situazioni del genere è quello di alterare alcuni equilibri di uno spogliatoio che – giocoforza visti i risultati dell’ultimo quadriennio – non conta una sola stella ma un insieme di calciatori di assoluto livello tecnico e spessore caratteriale. Max Allegri ha invece voluto plasmare la Juventus di Tevez e l’Apache ha puntualmente ricambiato: mai così a fuoco e motivato in carriera come nell’esperienza bianconera, la sua seconda annata juventina è risultata oggettivamente fuori parametro, ventotto ad ora le reti stagionali che fanno da cornice ad un rendimento di impressionante continuità. L’apporto di Carlos Tevez in ogni singola partita della Juventus è totale: detto dei numeri, te lo ritrovi nella metà campo bianconera a pressare gli avversari o al novantesimo – a risultato ampiamente acquisito – a dettare il movimento per il passaggio del compagno. Un mostro, o meglio un esempio.

VISIONE – Massimiliano Allegri sapeva di giocarsi tutto il suo presente e gran parte del suo futuro alla guida della Juventus sul palcoscenico internazionale: terreno che aveva fatto male al suo predecessore, malissimo nell’ultima stagione quando la sua Juventus si era lasciata eliminare alla fase a gironi della Champions League e non era poi stata in grado di centrare la finale casalinga di Europa League, appena sufficiente due anni fa con l’eliminazione subita dal Bayern Monaco poi laureatosi campione d’Europa. Ma se Antonio Conte aveva lasciato la barca in corso d’opera proprio per la presunta impossibilità di fare strada in Europa, il buon Allegri ha ribaltato la storia centrando le semifinali della massima competizione internazionale. Abbinando il livello della proposta calcistica (vedi Dortmund) alla massima efficacia del vecchio stile italiano (vedi Monaco o più nel complesso il dato che vuole la Juventus migliore difesa d’Europa se si sommano le risultanze di campionato e Champions League). Ed ora? Il mondo Juve è con lui ed è questo il suo più grande successo. In attesa di quel che sarà, ha già fatto tutto questo in neanche un anno.