2020
Rangnick Milan: tutti i motivi che hanno portato al no del tedesco
Ralf Rangnick non sarà il prossimo allenatore e direttore tecnico del Milan: ecco tutti i motivi che hanno portato a dire no
Ralf Rangnick non sarà il prossimo allenatore e direttore tecnico del Milan. Ieri è arrivato il fulmine a ciel sereno sul club rossonero: Pioli resta con il contratto rinnovato, Rangnick rimane in Germania. Il manager tedesco ha affidato al suo procuratore la spiegazione del dietrofront. Secondo La Gazzetta dello Sport sono parole di circostanza che nascondono una ferita aperta ormai da qualche giorno. Il confronto con il quartier generale londinese di Elliott è stato serrato negli ultimi frangenti. Gli impegni presi nei mesi precedenti sono volati via di fronte alla cavalcata della banda rossonera postlockdown.
Gordon Singer e i suoi collaboratori, insieme ad Ivan Gazidis, sostengono di non avergli mai proposto la convivenza con l’attuale tecnico milanista. Dal fronte di Lipsia, invece, la raccontano diversamente. Tant’è vero che quando Kicker svela i termini della rottura dà una motivazione molto chiara: «Rangnick ha rifiutato il solo incarico di direttore tecnico».
La Rosea spiega anche che il primo inciampo era avvenuto nei primi tempi del Covid, quando Elliott gli aveva chiesto di ridurre il budget da 100 a 75 milioni di euro. Poi, il rattoppo con il compromesso: 75 milioni più la metà degli incassi delle vendite. Proprio su quel punto si è giocato un argomento cruciale nel rapporto fiduciario tra le parti. Rangnick nella sua carriera è sempre stato geloso della sua autonomia. A maggior ragione non se l’è sentita di condividere un progetto a metà.