Italia, Lippi: "Il Mondiale è un'emozione infinita" - Calcio News 24
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2009

Italia, Lippi: “Il Mondiale è un’emozione infinita”

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ROMAÃ?  – Il cielo della notte di Berlino diventa azzurro, l’Italia è campione del mondo. Cinque anni dopo è ancora bello per tutti i tifosi ricordare la notte magica del trionfo dell’Olympiastadion, quando l’impresa di capitan Cannavaro e compagni ridiede fiato all’orgoglio nazionale, spazzò via i veleni di Calciopoli, almeno per qualche giorno, e fece scendere milioni di persone per le strade, molti con un tricolore in mano. Soltanto adesso, in occasione dei 150 anni dell’unità  d’Italia, si è visto in giro lo stesso numero di bandiere. Ma cinque anni fa (era la sera del 9 luglio) quella lunga sequenza dei rigori sembrava non finire mai, l’Italia dal dischetto era già  stata beffata dal Brasile a Pasadena nel 1994, e c’era il timore di un altro scherzo del destino, di un’altra sconfitta amara. Invece è toccata alla Francia, con il rigore sbagliato da quel Trezeguet che sei anni prima, agli Europei del 2000 contro l’Italia del ct Zoff, era stato l’autore del golden gol che aveva dato il titolo continentale ai Bleu, che forse non lo avrebbero meritato.

Ma nel 2006 è stata Grande Italia, e Gattuso in quel momento è diventato un eroe come Tardelli nell’82, Cannavaro un Pallone d’Oro come Paolo Rossi, Materazzi un pilastro come lo Scirea di Madrid, ma non solo. L’ex ‘simbolo’ del Perugia, partito come riserva e poi diventato titolare per l’infortunio di Nesta, è stato l’autentico match-winner di quella finale: ha segnato il gol dell’1-1 azzurro, dopo il penalty ‘a cucchiaio’ di Zidane, è stato lui a far espellere ‘Zizou’ prendendosi una testata in petto dal franco-algerino, ed è stato ancora lui uno degli azzurri che non hanno fallito i tiri dal dischetto. In trionfo, portato a spalle dai suoi ragazzi, e poi lanciato per aria, è andato un Marcello Lippi con il viso trasfigurato dalla gioia, e infatti ancora oggi gli piace ricordare quei momenti: sono passati cinque anni ma sembra ieri. “E’ indubbio – ricorda ora – che quella sia stata la più grande soddisfazione della mia carriera. Ho ottenuto tante vittorie, ma quella di Berlino avrà  sempre un sapore speciale perchè ottenuta con la propria nazionale, in rappresentanza di tutto il Paese. Per me quello di Germania 2006 sarà  un ricordo sempre presente, dovunque vado la gente me ne parla, ed è bello pensare di essere entrati nella storia. Vittorio Pozzo ha vinto due Mondiali, uno Bearzot e poi ci sono io: sono felice che si ricorderanno di me, e di essere in questo albo d’oro”.

Lippi, come i suoi giocatori, sul momento non si è reso conto di cosa aveva fatto. “Al di là  di una grande gioia – spiega – quella notte non avevamo realizzato completamente cosa avevamo fatto. Lo abbiamo capito nei giorni successivi, al ritorno in Italia vedendo la nostra stessa felicità  sui volti di tanta gente. E’ stato molto bello, così com’è bello trovare adesso tanta gente che ancora ti ringrazia, o ricordare quei momenti quando incontro i ragazzi o qualcuno dello staff”. Il ct quando ha capito che poteva diventare campione del mondo? “La consapevolezza che eravamo una buona squadra – dice Lippi – l’avevamo prima di arrivare in Germania. Ci eravamo qualificati con un turno d’anticipo e poi avevamo vinto le amichevoli con l’Olanda e la Germania, con quel 4-1 a Firenze. Durante i Mondiali le vittorie hanno aumentato fiducia ed autostima, e dopo che abbiamo battuto la Germania in semifinale ammetto che ho pensato ‘stavolta tocca a noi’. Quella è stata la nostra miglior partita di quel Mondiale”. Lì, grazie alle ‘perle’ di Grosso e Del Piero Lippi ha capito che avrebbe portato la sua Italia nella storia.

Fonte: Ansa.it

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