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Parma, Ondrejka si racconta: «Dobbiamo migliorare. Voglio raggiungere quel grande obiettivo»
Parma, Ondrejka si racconta considerando anche il suo percorso sulla squadra crociata
L’attaccante svedese del Parma, Jakob Ondrejka, si racconta al Corriere dello Sport, ripercorrendo un 2025 fatto di alti e bassi, tra l’eroica doppietta salvezza contro l’Atalanta e i numerosi infortuni che ne hanno frenato l’ascesa.
IL LUNGO RECUPERO DALL’INFORTUNIO «È un processo lungo. C’è una guarigione in corso e io non posso accelerare, non posso allenarmi per far sì che il mio piede guarisca più rapidamente. Per un infortunio come il mio possono volerci cinque sei o sette mesi per ritornare quello di prima, bisogna avere pazienza».
LA CONDIZIONE FISICA ATTUALE «Ancora un po’ fermo, sulle gambe, ma è solo una questione di abituarsi. Non posso dire di essere preparato all’infortunio, ma avevo avuto un qualcosa di simile prima, in Belgio. So come si ritorna in questi casi, stavolta non è stata così dura».
LA PAURA DEL RIENTRO «Beh, all’inizio contro il Mantova, nella mia prima partita dopo lo stop. Lì mi sentivo debole, impaurito, ora sono sulla strada per raggiungere il 100%».
LA SCONFITTA CONTRO LA LAZIO IN 11 CONTRO 9 «Non è stato positivo, siamo delusi perché alla fine avevamo due calciatori in più. È una delle peggiori sconfitte finora, almeno per la mia opinione. Cosa ci siamo detti dopo? Che dobbiamo essere un gruppo, stare e fare cose insieme».
LA PROSSIMA SFIDA CON LA FIORENTINA «Penso possa essere una gara come quella con la Lazio. Vogliamo prendere il controllo del gioco, creare più chance e segnare. Perché senza fare gol non vinci e il calcio si basa tutto su questo. I viola hanno vinto la prima partita… Devo essere sincero, non l’ho vista. Stavo rientrando dalla Svezia, in aereo. Sarà una sfida importante, ma non dobbiamo nemmeno modificarci molto».
RUOLO IN CAMPO «Dipende con quale formazione giochiamo e con che modulo. Di solito sto bene a sinistra, per rientrare, oppure dietro la punta. Sia come numero dieci che come ala, insomma».
DIFFERENZE TRA CHIVU E CUESTA «Sono qui da un anno e mi sono allenato un mese e mezzo con l’uno e un mese e mezzo con l’altro. Sono simili come idea, vogliono che i giocatori possano diventare migliori. È diverso il modo di giocare».
L’AMBIENTAMENTO A PARMA «Io e la mia ragazza non siamo mai stati così bene da nessuna parte al di fuori della nostra città. È molto diverso alla Svezia o al Belgio, è stata una sorpresa. Se mi sono adattato? È una domanda complicata, spesso non è una questione di adattamento. Dipende da persona a persona, da come il gruppo ti accetta, come cercano di farti sentire parte della squadra».
OBIETTIVI PERSONALI «Cerco sempre di dare il meglio, non è sempre e solo fare gol. Alle volte sei il migliore anche se non segni. Responsabilità? Spero che sia un bene, se qualcuno crede in te è un fatto positivo. Certo, ti aggiunge pressione, ma poi tocca a me far divertire».
IL RAPPORTO CON PELLEGRINO «Mi piace giocarci insieme, è davvero un ottimo calciatore. Dobbiamo fare qualche minuto in più insieme per migliorare il rendimento in campo».
LA NAZIONALE SVEDESE E I MONDIALI «Siamo in una posizione abbastanza complicata al momento, ma spero e penso che possiamo farcela. Dobbiamo giocare la prima contro l’Ucraina, abbiamo delle buone possibilità di vincerla. Poi ci sarebbe, eventualmente, la finale in Svezia. Credo molto nel nuovo tecnico (Graham Potter, da ottobre 2025)».