2014
FIGC, lo sfogo di Abete: «In Italia è di moda remare contro»
Il presidente dimissionario si sfoga riferendosi ad un presunto malcostume italiano
FIGC ABETE – Nell’immediato post-partita della sconfitta azzurra contro l’Uruguay hanno fatto scalpore le doppie importanti dimissioni, da parte di Cesare Prandelli e del presidente della Figc Giancarlo Abete. L’addio di Abete alla guida della Federazione era comunque, a dire dello stesso dirigente, preventivato e già stabilito: lo stesso Abete ha comunque voluto sottolineare di non voler abbandonare la nave in vista dell’addio.
AL MEGLIO FINO IN FONDO – Queste le parole di Abete al termine del Consiglio federale in cui ha formalizzato le suddette dimissioni: «Cercherò di gestire tutto al meglio fino all11 di agosto, non sono abituato ad abbandonare la nave e cercherò di lavorare nel miglior modo possibile per aree come l’iscrizione ai campionati» ha assicurato Abete, proseguendo poi: «Non sono arrabbiato, sono molto sereno: abbiamo deliberato per l’11 di agosto l’assemblea elettiva e mi sembra un fatto naturale che ci possa essere un confronto di idee e disponibilità. Confermo le motivazioni personali e professionali che hanno reso irrevocabili le dimissioni». Abete si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: «I gufi? La lista è abbastanza lunga, è una cultura del nostro paese che tanti remino contro. Comunque è giusto dare spazio a nuove idee e nuovi progetti».
NON E’ QUESTIONE DI ETA’ – Ultime parole, ai microfoni di Sky, sulla necessità di un ricambio generazionale, aspetto che secondo il presidente dimissionario non è prioritario, e sul nuovo c.t. azzurro: «Avendo io 64 anni dovrei puntare al fatto che la qualità prescinde dall’età, ma il discorso ha l’espressione più elevata nel Presidente della Repubblica che pur avendo 89 anni gode di una lucidità rara nei giovani. Le valutazioni sull’età mi trovano fortemente in disaccordo. Il nuovo c.t.? Lo decideranno entro le prime partite ma non spetta a me».