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2014

Che dire, grazie di tutto!

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Da capitan Zanetti all’eterno Giggs, fino a Puyol: quanti addii a fine stagione

CALCIO EUROPEO ADDII A FINE STAGIONE – Da anni ormai nell’ambiente calcistico si afferma che non esistono più bandiere legate ad un club, disposte a scriverne la storia abbattendo ogni record precedente fino a consacrarsi a leggenda: il lato  economico ha superato nella gerarchia dei valori la fedeltà ad un club, ad una maglia e ad una “fede”, sentimento provato dalla tifoseria. Infatti, alcune delle ultime icone ancora in attività a fine stagione daranno l’addio al calcio, creando un vuoto nel cuore dei tifosi e degli sportivi in generale: parliamo del centrale difensivo in forza al Barcellona Carles Puyol, (con tutta probabilità) dell’ala gallese Ryan Giggs del Manchester United ed, in particolare, del capitano dell’Inter Javier Zanetti. Ricordiamo le fantastiche carriere di questi tre fuoriclasse dentro e, soprattutto, fuori dal campo.

LIGA BARCELLONA ADDIO PUYOL – Classe 1978 di  La Pobla de Segur, Carles Puyol arriva nella cantera del Barcellona nel 1995 in qualità di centrocampista difensivo prima di essere proposto da un certo Josè Mourinho come laterale di destra due anni più tardi nel Barcellona B. Con la prima squadra blaugrana esordice nella stagione 1999-2000 sotto la guida di Louis Van Gaal, divenendone capitano nel 2004, confermandosi per i restanti quindici anni un cardine della formazione catalana, raccogliendo oltre 390 presenze, ben 21 titoli ed affermandosi come elegante leader sia sul rettangolo verde che fuori. Con la maglia della Nazionale spagnola sono invece 100 le presenze fin qui raccolte, con l’esordio datato 15 novembre 2000 nell’amichevole persa 1-2 contro l’Olanda dall’undici dell’allora commissario tecnico Camacho. Il suo contratto era in scadenza 2016, ma il riccioluto difensore ha deciso di rinunciarci, liberandosi il prossimo 30 giugno: «Andrò in vacanza perché ho un gran bisogno di riposare, poi deciderò il da farsi. Dopo le ultime due operazioni tanto aggressive sto facendo una gran fatica a recuperare il livello che io stesso esigo da me stesso per continuare qui», queste le sue parole lo scorso 4 marzo per dare l’addio al Barca, soltanto in qualità di giocatore a quanto sembra; infatti, secondo quanto riportato dalla stampa spagnola, “Puyi” sarà il secondo di Luis Enrique sulla panchina catalana. 

PREMIER LEAGUE MANCHESTER UNITED GIGGS – Non ha ancora annunciato ufficialmente il suo ritiro anzi ha messo un grosso punto interrogativo sul suo futuro («Decido a fine anno, ora sono concentrato solo sulla conclusione di questa stagione»), ma è molto probabile che l’eterna ala offensiva Ryan Giggs dia l’addio al calcio giocato a fine stagione dopo venticinque anni di calcio da professionista con la maglia del Manchester United: è infatti datato 2 marzo 1991 l’esordio con i Red Devils contro l’Everton dove sostituì Denis Irwin. Da allora è il punto di riferimento della tifoseria e della Nazionale gallese, con la quale ha raccolto sessantaquattro presenze con dodici reti all’attivo, distinguendosi per dedizione al sacrificio, doti tecniche fuori categoria ed una spiccata vocazione per l’uno contro uno. Con lo United sono 672 le presenze fin qui raccolte in Premier League e 114 le reti siglate, mentre il numero di trofei e record personali raccolti fanno invidia a qualsiasi altro addetto ai lavori: 13 Campionati, 10 Community Shield, 2 Champions League sono solo alcuni dei 37 titoli conquistati dal classe 1973 di Cardiff. Attualmente è allenatore-giocatore dei Red Devils e dopo essersi auto-schierato nell’ultima gara all’Old Trafford contro l’Hull City è stato commovente il discorso di fine fara per salutare i tifosi. Qui vi riportiamo alcune delle sue parole: «Sappiamo che è stata una stagione difficile, ma il vostro supporto non è mai cambiato, siete stati vicini alla squadra ed allo staff e sono sicuro che nei prossimi anni porteremo a casa dei successi. Continuate a sostenerci ed i bei momenti torneranno preso»; probabilmente non con lui in campo a fare la differenza, ma di certo con un ruolo importante fuori dal rettangolo verde.

SERIE A INTER ZANETTI – Siamo giunti all’ultima delle tre leggende calcistiche, quella più vicina al calcio italiano per ovvi motivi: parliamo del capitano e della bandiera dell’Inter Javier Adelmar Zanetti, nato a Buenos Aires il 10 agosto del 1973, che ha sulle spalle la bellezza di 856 presenze con la maglia nerazzurro dal suo arrivo, avvenuto il 13 maggio 1995 su segnalazione dell’ex calciatore Antonio Angelillo. Tifoso dichiarato dell’Independiente dove ha giocato ad inizio carriera nelle giovanili, Zanetti fu scartato nel 1991 dai Diablos Rojos per limiti fisici prima di passare, dopo un anno fermo ai box, al Talleres.  Dopo un anno ad altissimi livelli in Serie B argentina “El Tractor” passa al Banfield, dove conquista la maglia Albiceleste della Nazionale argentina ed il forte interessamento del club meneghino, nel quale approda due anni più tardi. Da allora Zanetti diventa un punto di riferimento dell’Inter di Massimo Moratti, dove nonostante le prestigiose sirene di mercato, vedi Real Madrid, decide di restare nonostante gli anni senza vittoria trascorsi a San Siro. Questa scelta pagherà, ed in manierà più che soddisfacente: oltre a diventare un simbolo dell’Inter ed un beniamino della tifoseria, l’argentino colleziona da protagonista 15 trofei dal 2005 al 2011; a livello personale i record ormai neanche si contano più: per fare qualche esempio, da giocatore straniero con più presenze in Serie A (613) a giocatore con più presenze nell’Inter  (856), passando per quello con più presenze nella Nazionale argentina (145). All’alba dai 41 anni Zanetti ha deciso di ritirarsi dal calcio giocato a fine stagione come dichiarato a La Nacion («Mi ritiro perché ho sentito che è arrivato il momento perché il calcio mi ha dato tantissimo e mi sono goduto ogni momento. E perché dopo l’infortunio mi ero riproposto di dimostrare che sarei potuto tornare ed essere ancora competitivo. L’ho fatto. Mi sento completo e realizzato. Ritirarmi a 41 anni sentendomi ancora bene e in forma non ha prezzo. Per me, è un immenso valore, e ora è il momento giusto. Ed è difficile capirlo»), ma la sua fantastica storia d’amore con l’Inter non finirà qui: è pronta per lui infatti una scrivania da dirigente.