2014
Italia, Prandelli: «Basta violenza! Mondiali? Vi dico tutto…»
Le parole del ct azzurro tra violenza negli stadi, calcio italiano e Mondiali.
MONDIALI ITALIA PRANDELLI – Al termine della stagione partirà il countdown per i Mondiali, ma l’attesa sta già crescendo. L’attenzione, però, al momento è focalizzata sui casi di violenza nel mondo del calcio e a tal proposito si è espresso lo stesso commissario tecnico dell’Italia, che ha lanciato pesanti accuse: «Abbiamo toccato il fondo. Sabato abbiamo perso tutti. Togliamo tutte le barriere e poi chi sbaglia, paghi. Abbiamo giustificato troppo. Posso fare un esempio scomodo? Siamo a Roma e qui c’è un presidente che ha rotto certi rapporti: ma Lotito vive sotto scorta, eppure non è preso da esempio, anzi viene sbeffeggiato. Ci sono migliaia di persone che indossano la maglietta con scritta “Lotito vattene”. L’altra sera all’Olimpico mi sono sentito impotente. Modello inglese? L’Uefa li escluse per un anno, l’Inghilterra invece disse: “No, è poco, stiamo fuori per cinque anni. E’ quello il mio modello. In Italia mancano le figure di riferimento, mancano i dirigenti. Ai miei tempi se lasciavi la squadra in dieci, venivi multato e poi isolato dai tuoi compagni. Mi fa ridere chi dice che il giocatore in campo non ha la lucidità necessaria per fare la persona educata. Ma se uno fa lo scavetto su un rigore vuol dire che ha la piena percezione di tutto», ha dichiarato Cesare Prandelli ai microfoni del “Corriere dello Sport”.
CALCIO ITALIANO – Il tecnico azzurro ha poi parlato del calcio italiano, allargando poi il discorso all’estero: «Abbiamo quattro squadre ai vertici e ognuna sta seguendo una linea, non si fanno condizionare da come giocano, la Juve gioca con la difesa a tre, la Roma e il Napoli a quattro, la Fiorentina cambia, è un segnale bello. Queste quattro squadre dovrebbero rimarcare ancora di più il loro modo di essere. Differenze con la Spagna a livello fisico? Non è che ci alleniamo meno in assoluto, ci alleniamo meno sull’intensità, ma prima di tutto dobbiamo metterci d’accordo su cosa è l’intensità: è data dalla velocità della palla e, di conseguenza, i giocatori devono correre alla stessa velocità. Magari corriamo di più però lo facciamo male. In Europa c’è più intensità perché la palla corre più veloce. Per esempio: si dice che in Italia si fa pressing, in realtà si fa pressione. Il pressing è un movimento che coinvolge 4-5 giocatori, la pressione si fa individualmente. In Europa fanno pressing, in Italia facciamo pressione».
MONDIALI – Inevitabilmente ci si sposta in Brasile e quindi a parlare delle avversarie nella fase a giorni dei Mondiali e delle possibili insidie: «Costa Rica la sorpresa? E vedrete se mi sbaglio. E’ una squadra che ha la brillantezza sudamericana, è forte caratterialmente, è sanguigna, non ha nulla da perdere, né grandi aspettative: per giocare al calcio è la situazione ideale. Il portiere, Keylor Navas, sarà uno dei più forti del Mondiale. Inghilterra? Troveremo una squadra veloce, con esterni interessanti, non starà lì passiva. Vi racconto questo episodio. Tempo fa parlavo con Ancelotti delle sue esperienze europee e mi ha detto: “Nel Milan dopo la partita erano sempre tutti stanchi, in Inghilterra giocano ogni due giorni e non ci fanno caso, in Francia sono un po’ come noi, ma in Spagna ho trovato una professionalità incredibile, appena finita la partita si curano e fanno le vasche d’acqua fredda per smaltire la stanchezza. Sono felici di giocare”. All’Europeo siamo arrivati alla finale senza strumenti che mi aiutassero a capire chi era pronto e chi no e quello è stato un errore. In Brasile si giocherà un mondiale che dal punto di vista fisico consumerà i giocatori, dovremo lavorare sulla prevenzione e sul recupero. In questi due anni abbiamo mandato i nostri collaboratori in giro per il mondo per studiare. Tanti sono più avanti di noi».
I CANDIDATI – La curiosità al momento è tutta sui possibili convocati, i 23 che partiranno in Sudamerica. E allora Prandelli ha toccato alcuni temi caldi: «De Sciglio ha avuto problemi fisici ma ora sta giocando, per noi è un giocatore importante. Diamanti per noi è stato importante per lo spogliatoio. Adesso siamo un po’ in difficoltà. Giaccherini? E’ un giocatore prezioso che faceva tre ruoli in campo senza costringere il tecnico a ridisegnare il gioco. Quest’anno in Inghilterra ha avuto parecchie difficoltà. In effetti Romulo è un giocatore che ha quelle caratteristiche, può giocare in tre ruoli. E’ un jolly. Differenza tra Destro e Immobile? E’ più caratteriale che tecnica. Immobile è più libero mentalmente. Destro è un ragazzo con un talento importante ma le potenzialità non bastano. Vedi Immobile e noti questa generosità, Destro è un po’ una sfinge, ha doti straordinarie ma deve fare qualcosa in più. Insigne nei 30 per la doppietta in Coppa Italia? No, ci sarebbe stato lo stesso. Chiamerò sette attaccanti per cinque posti. E soprattutto non c’è nessuno nessuno sicuro del posto. Neanche Balotelli? Neanche lui. Totti? Quando lo scorso autunno, ho detto che l’avrei chiamato, lo pensavo davvero perché all’orizzonte non si vedevano giovani di prospettiva. Ora invece ci sono giovani come Destro, Immobile. Cassano? In questa stagione è stato uno dei più continui come rendimento. E ti può sempre risolvere una partita. Scuffet? I ragazzi vanno premiati ma anche tutelati, da parte nostra c’è grande considerazione ma deve rispettare delle tappe. Quando l’ho visto in televisione sono rimasto impressionato: aveva sbagliato un’uscita e subito dopo è uscito di nuovo senza problemi. De Sanctis? Quando ha deciso di lasciare la Nazionale, gli ho detto, che sei ci fosse stato bisogno, gli avrei telefonato prima del Mondiale. Ora i giovani ci sono. Paletta? Lo stiamo seguendo da tre anni, è un ragazzo sempre molto sereno e devo dire che è migliorato molto. Abbiamo dato tante opportunità e non ho ricevuto risposte. I giovani c’erano in passato, ma non hanno mostrato miglioramenti. Verratti? Le sue basi sono robuste, noi siamo stati i primi a metterlo nei 30 prima dell’Europeo, quando in Italia non lo voleva prendere nessuno. Verratti deve pensare di non giocare solo come Pirlo: nasce come mezzapunta, Zeman lo arretra e lì diventa bravo, adesso deve avere la capacità di mettersi in discussione in altri ruoli, può giocare come interno, o diventare anche uno che rompe e ricostruisce. Rossi? Giuseppe merita tutto il nostro affetto, sono felice per il gol e lo aspetterò fino all’ultimo però sapete che avevo detto che avrei voluto vederlo in quattro-cinque partite…».
RINNOVO E… MONTELLA – Sul suo futuro, e quindi sul contratto, e sulle voci riguardanti quello di Vincenzo Montella, Prandelli ha spiegato: «Ho deciso di restare per due motivi. Il primo: un tecnico che, prima di andare al Mondiale, ha già la fiducia sottoforma di un contratto riempie d’orgoglio. Il secondo: mentalmente non me la sono sentita di parlare con un club prima dei Mondiali, non mi sembrava giusto. Sul ruolo futuro non abbiamo parlato di niente, in questi giorni parleremo, ma la concentrazione massima è per il Mondiale. Montella ha avuto un merito: quello di costruire un gioco per vincere. In 10 anni i Della Valle hanno fatto molto, adesso meritano di vincere qualcosa. Mi piace l’idea di una società ambiziosa. Gli obiettivi devono essere chiari: o si fa come l’Udinese che valorizza un giocatore e poi lo vende, oppure si costruisce. Adesso la proprietà, con Andrea Della Valle è più coinvolta, quindi capace di fare cose meno razionali. Quest’anno i giocatori importanti c’erano, purtroppo si sono fatti male, Rossi ha segnato 15 gol ed è stato fermo per quattro mesi…».