2013
Juventus, Vidal: «Questa squadra mi è entrata nel cuore»
JUVENTUS VIDAL INTER – La sfida tra Inter e Juventus attende, come uno dei principali protagonisti, Arturo Vidal, il quale ha rilasciato un’interessante intervista per la Gazzetta dello Sport. Il centrocampista cileno, a segno due volte nell’ultimo turno di campionato contro la Lazio, ha fatto capire di sentirsi ormai legatissimo ai colori della Juventus, dimostrando di voler vincere tutto, sia in Italia che in Europa: «Questa è una partita che ho imparato a conoscere fin da bambino, grazie ai miei idoli e connazionali Zamorano e Salas. I tatuaggi? Mi sono tatuato le tre stelle e i due scudetti vinti con la Juve, perchè l’Italia mi è entrata nel cuore, come questo club. Inter come la prima Juve di Conte? Speriamo di no. Di certo, è una squadra con una nuova idea di gioco e un tecnico molto bravo. Ho visto le prime gare dell’Inter e devo dire che sono state davvero ben giocate. D’altronde ci sono grandi giocatori lì. Chi toglierei all’Inter? Guarin di sicuro, e poi anche Palacio, fortissimo.»
NO ALLE GRANDI – Vidal, poi, non ha negato l’esistenza di diverse trattative per lasciare la Juventus, che lui ha sempre evitato per restare tra le fila bianconere: «Ho ricevuto delle offerte? È vero, non è per nulla semplice, ma in ogni mia scelta la famiglia è decisiva. E io vedo mia moglie e mio figlio felicissimi a Torino. Italia e Cile sono simili, e anche il calcio si vive allo stesso modo. E poi il valore della Juve è enorme. Se sono pentito di aver rifiutato il Bayern? Assolutamente no, anche perché sono convinto che presto la Champions la vincerò alla Juve. Se mi sento già leader? Sono qui da appena due anni, impossibile essere già il leader. Di certo, in giro la gente mi manifesta un affetto incredibile e un po’ leader mi fa sentire. Cosa mi ha aiutato a crescere? Sono approdato in un grandissimo club, con compagni molto forti e un allenatore eccezionale. Conte ha esaltato le mie qualità e mi ha fatto vedere il calcio in modo diverso, molto più professionale. Il mister è maniacale a livello di cultura del lavoro.»