2012
Malaga, Saviola: “Non mi fido del Milan”
CHAMPIONS LEAGUE MILAN MALAGA SAVIOLA – Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Javier Saviola ha parlato in vista della prossima sfida di Champions League tra Malaga e Milan. L’attaccante argentino, con un passato al Barcellona e Real Madrid, ha parlato anche delle difficoltà economiche del suo Malaga e della crisi del calcio italiano.
Sorpreso dal Malaga?
«Sì, nessuno poteva pensare che avremmo cominciato così bene, tanto in Liga quanto soprattutto in Champions, con 3 vittorie su 3 in un gruppo complicato. Col Milan che resta una grande squadra e lo Zenit che ha comprato giocatori di gran nome. Felicità doppia».
Ora però sono arrivate delle ombre: pari con l’Espanyol, sotto col Rayo. Preoccupati per il viaggio a San Siro?
«E perché? La Liga non ha nulla a che vedere con la Champions. Un piccolo momento negativo dopo un lungo periodo molto positivo».
Si dice che non vi paghino.
Saviola esita, sorride, poi sceglie la sincerità. «Ancora no, però è arrivato lo sceicco e per tutti è stata una grande allegria, è stato come aver visto scendere il Signore». E giù una risata. «Con tutti i problemi che ha avuto la società noi giocatori non abbiamo perso la concentrazione, cosa che penso dia ancora più valore alla nostra impresa. Abbiamo lasciato da parte la questione economica pensando solo a quella sportiva e penso che anche per questo, per il fatto che la squadra andasse tanto bene sia apparso lo sceicco nella notte del Milan. Il tema economico non è stato risolto, no, però la fiducia c’è, le cose miglioreranno. Speriamo».
E le difficoltà del Milan, vi hanno sorpreso?
«Noi non eravamo impermeabili ai problemi del Milan prima dell’andata però restavamo, e lo siamo ancor di più ora che hanno cominciato a vincere, coscienti che nella loro rosa ci sono giocatori tanto grandi da poter risolvere una partita quando vogliono. Sapevamo che il momento era propizio perché le squadre normalmente vanno a fasi e il Milan è arrivato a Malaga in un momento di debolezza, però temevamo che si potessero svegliare, e ora pensiamo che possa succedere al ritorno».
Come vede la sfida di domani?
«Ripeto, non ci fidiamo. Il Milan deve fare risultato, ha bisogno di punti e deve rischiare. Sarà una partita aperta, bella, con tante occasioni».
Dove può arrivare il Malaga?
«A domani. Nel senso che noi viviamo il quotidiano, pieno di soddisfazioni. In un club come il Malaga devi apprezzare ciò che ti arriva ogni giorno. Se sei al Barça, al Madrid, al Milan è diverso: ragioni su obiettivi più grandi, sulla stagione. Qui noi stiamo facendo storia, mai in Champions, inizio brillante, ci divertiamo».
Ricordi di San Siro?
«Col Barça, una partita con l’Inter, 0-0 dopo che all’andata avevamo vinto 3-0, per me un gol e un assist. Champions 2003, poi ci eliminò la Juve, segnai e pareggiammo a Torino ma perdemmo in casa».
Altri tempi, oggi il calcio italiano soffre.
«Forse sì. Però io penso che questo non sia un grande momento per il calcio in generale, a livello mondiale. Se escludiamo il Barcellona e la Spagna la tendenza generale è quella di speculare sul risultato, di pensare a non perdere. Si gioca più al contropiede, non prevale la filosofia offensiva ma il fisico, la copertura e la ripartenza rapida. A me sembra che in pochi anni il calcio sia cambiato, e in peggio. Quando sono arrivato al Barça nel 2001 si giocava in maniera più aperta».
Attraversiamo l’oceano: sembra che l’Argentina dopo tanti problemi abbia trovato la formula per approfittare al meglio di Messi. Cos’è cambiato?
«L’adattamento al gioco di Leo. Tutti sanno che può cambiare la partita in ogni momento e i compagni devono essere intelligenti per sapere che devono giocare per lui, farlo sentire importante. Oggi succede. C’è voluto un po’ di tempo, sono state dette tante sciocchezze, si pretendeva che rendesse come al Barça quando è impossibile perché lì ha altri compagni, non si tenevano in conto il peso di un intero Paese, le ore di volo, i campi differenti. Ma chi sa di calcio non ha mai dubitato: sappiamo che livello di calcio si porta dentro Leo».