2012
Napoli, ?ogni anno un campione in più?. Ma dov?è il sostituto di Lavezzi?
In casa Napoli non c’è chiarezza. Non c’è coerenza tra gli investimenti effettuati per determinare il valore della rosa e gli obiettivi che la piazza vuole assegnare alla squadra. Non esiste una linea societaria decisa: “Aggiungeremo un campione ogni anno per accrescere il valore della rosa”, le parole di Aurelio De Laurentiis qualche anno fa. Processo valido fino all’estate scorsa, volendo considerare l’innesto di Inler come l’approdo di un giocatore in grado di alterare gli equilibri.
L’INVERSIONE DI TENDENZA – Il cambio di rotta nella recente estate: venduto Lavezzi, dal calciomercato non è arrivato quel campione che potesse sostituire adeguatamente le prestazioni dell’argentino, con il tempo divenuto una pedina essenziale nell’evoluzione di gioco mazzarriana. In seguito verrà analizzato l’aspetto sotto il profilo tattico; ora chi vi scrive – mai un lavezziano convinto – si limita a certificare come l’attaccante argentino si sia affermato con il corso degli anni e tramutatosi in un attaccante di assoluto spessore, non sostituibile oggi con quel che può definirsi una scommessa. Nulla togliere ad Insigne – Pandev era già parte integrante dell’organico un anno fa – ma il giovane attaccante partenopeo non può giocoforza rivelarsi già all’altezza del peso specifico coperto dalle prestazioni del Pocho. Non soltanto dunque non è arrivato un campione, ma se ne è venduto uno. Dove è la coerenza con dichiarazioni ed obiettivi? Perché la piazza chiede lo scudetto a Mazzarri?
QUEL CHE SI PUO’ CHIEDERE AL NAPOLI – La strepitosa partenza della banda Mazzarri – sei vittorie ed un pareggio nelle prime sette gare di campionato – ha indotto la piazza ad indicare il Napoli quale unica antagonista credibile della Juventus nella corsa al titolo. Confrontando le due rose nella loro interezza il paragone viene meno. I bianconeri godono di un organico di spessore, personalità nei titolari ed alternative di livello, al contrario di un Napoli oltremodo valorizzato dal lavoro di Mazzarri ma con qualche deficit strutturale di troppo per pensare di poter competere con certezza a determinati livelli. Il Napoli sembra avere qualcosa in meno anche rispetto all’Inter, che ha rinnovato l’organico procedendo ad innesti importanti e conservando un tasso d’esperienza considerevole. Qui la differenza la può fare ancora Mazzarri, la cui esperienza e capacità è ancora superiore alle rispettive di Stramaccioni. Dunque, a questo Napoli gli si può chiedere di fare ritorno immediato in Champions League, lottando per secondo e terzo posto, smentendo tutti i detrattori che l’avevano indicata quale meteora della massima competizione europea. Se dovesse arrivare qualcosa in più si potrebbe parlare di miracolo, ma restare delusi dalla mancata conquista del titolo risulta un arduo esercizio di fantasia.
QUANDO SI AVVERTE LA MANCANZA DI LAVEZZI – Premesso che chi scrive questo editoriale, cavalcando l’onda del tanto atteso salto di qualità, aveva indicato in Stevan Jovetic l’erede designato di Ezequiel Lavezzi – operazione di cifra pari, i 30 milioni incassati dalla cessione dell’argentino sarebbero serviti per l’acquisizione del talento montenegrino, il cui accordo con la proprietà viola gli permette di partire per la cifra di 30 milioni – ma così non è stato. La decisione è stata quella di puntare su Insigne, a cui nessuno vuole tarpare le ali – ci mancherebbe – ma che sarebbe potuto approdare anche con un acquisto di spicco. Giocandosi le sue possibilità al cospetto di campioni, come accade nelle grandi squadre. L’assenza di una pedina quale Lavezzi, in grado di sparigliare il tavolo quando la giocata non arriva, si avverte con irruenza in una partita quale la trasferta di Bergamo: nella ripresa il Napoli ha portato spesso palla al limite dell’area, senza trovare un’accelerazione in grado di determinare superiorità numerica. E senza godere di un attaccante in grado di mantenere la palla nella metà campo avversaria. Se manca Cavani poi, uno che segna in tutti i modi, risulta impossibile avanzare una proposta offensiva credibile: Pandev ha qualità e classe ma se non nelle condizioni ottimali gli manca qualcosa per poter fare la differenza. Insigne è ancora poco cattivo e freddo in zona gol, emergenti quali El Shaarawy e Lamela – più giovani di un anno rispetto all’attaccante napoletano – risultano un passo avanti in tal senso. Quel che si può chiedere al Napoli deve tener conto di tutto questo.