2012
PSG, Sirigu: “Siamo in continua evoluzione, Ibra…”
PARIS SAINT GERMAIN SIRIGU IBRAHIMOVIC LAVEZZI THIAGO SILVA DE ROSSI – Salvatore Sirigu è stato intervistato dai colleghi della Gazzetta dello Sport, nell’ambito dell’inserto di calcio estero Extra Time. Il portiere sardo, divenuto uno dei pilastri del Paris Saint Germain, ha fatto capire che la formazione guidata da Ancelotti sta crescendo in maniera costante, per poter diventare al più presto una delle potenze del calcio europeo: “Siamo in continua evoluzione. Siamo partiti con un buon progetto. C’è ambizione, massima professionalità. E poi sono arrivati grandi giocatori in un gruppo che sta creando un’identità forte. Tutti sapevano che sarebbero arrivati grandi giocatori, perché vogliamo dare fastidio in Champions. In spogliatoio sono ragazzi semplici. Poi fa un po’ strano trovarti Ibra accanto. Finché non lo vedi non ci credi. Anche se tengo per il Cagliari, tifavo per la sua Inter. Prima prendevo in giro i miei amici milanisti quando Ibra faceva gol nel derby, adesso mi capita di prendere in giro lui se sbaglia un tiro. Rischio di Ibra-dipendenza? Se hai un cannone perché non utilizzarlo? Se poi non dovesse giocare, ci adatteremo. È un rischio da correre. E poi finora attaccanti come Gameiro hanno risposto bene. Thiago Silva? Ci avevo giocato contro, sapevo che era completo. Ma in più è coinvolgente. Con lui la difesa è compatta, si sta più tranquilli. Lavezzi? Lo seguivo al Napoli. Ho scoperto un ragazzo sorridente, positivo nonostante l’inizio complicato. La squadra lo stima, sarà l’arma in più. Chi definisce la Ligue 1 di seconda fascia non la conosce. Anche Ibra mi ha confessato che ha trovato difensori capaci di metterlo in difficoltà fisicamente. Contro di noi tutti diventano bestie feroci. E poi ci sono giocatori di qualità come Capoue, Obraniak, Aliadière e il rinato Gignac. Il declino della Serie A? Certe squadre hanno perso elementi fondamentali, ma il nostro resta un torneo difficile, tattico, affascinante. Non c’è declino. Lo dimostrano squadre come la Juve, tornata in Europa. E il Napoli, che cresce anche senza Lavezzi. Se ho fatto bene a lasciare l’Italia? Leo mi fece capire che il Psg era un treno imperdibile. A Palermo ero in stallo, ma ho ancora amici, da Brichetto a Ujkani, Miccoli, Hernandez, Garcia, Morganella. Sto bene qui, poi tutto va analizzato. Ma mi sento al 100% nel progetto del Psg e la sensazione è che Leo non voglia farmi cambiare aria. Le voci su De Rossi? È normale accostarlo a un progetto ambizioso. Da noi starebbe a pennello. Per lasciare la Roma però dovrebbe avere una forte motivazione, non finanziaria. È uno degli ultimi giocatori sentimentali. L’accoglieremmo a braccia aperte.“