2012
Pescara, Bocchetti: “Ecco come possiamo salvarci”
PESCARA BOCCHETTI – Salvatore Bocchetti, esperto difensore del Pescara, ha parlato del momento difficile che sta attraverso la squadra biancazzurra. Come riportato dal Corriere dello Sport, il veterano ha dichiarato: «Il Pescara è meno competitivo delle altre squadre. Se pensiamo di essere bravi retrocediamo oggi stesso. In realtà siamo inferiori, ma acquisire questa consapevolezza può essere un vantaggio se ci induce a offrire di più in termini di corsa, sacrificio e impegno, cioè le componenti fondamentali di chi deve lottare per la salvezza. Sapere di essere più deboli non significa rassegnarsi, al contrario, deve spingerci a moltiplicare gli sforzi per sopperire al gap. In organico abbiamo tanti giovani di qualità e con grandi prospettive, ma non sono tutti Messi. Possono trasmettere entusiasmo, questo sì, però c’è bisogno di tempo affinché crescano. E se si perde 3-0 già alla fine del primo tempo significa che abbiamo toppato tutti, sia in esperienza sia in freschezza».
Bocchetti ha proseguito la sua disamina: «Partiamo dai tremila tifosi alla seduta di rifinitura della vigilia, ricordando che per noi non è una novità. Spesso e volentieri accadeva anche l’anno scorso, solo che il giorno dopo vincevamo, mentre stavolta è andata diversamente. Quel Pescara era abituato ad attaccare in massa, quello attuale, contro la Lazio, ha fatto lo stesso senza rendersi conto che la categoria è diversa. Si può pure perdere, ma non in quel modo. Abbiamo reso tutto troppo facile agli avversari. Loro hanno fatto quattro tiri in porta e tre gol. Abbiamo preso il primo su punizione dopo cinque minuti e, d’accordo, ci può stare di rimanere frastornati. Però ce n’erano altri novanta da giocare, bisognava stare calmi e cercare di rimanere in partita, un risultato si può riagguantare anche alla fine. Invece, abbiamo peccato di presunzione, ci siamo buttati in avanti a testa bassa creando dei buchi in mezzo al campo. In pratica abbiamo giocato invertendo le dinamiche, è stata la Lazio a realizzare quello che dovevamo fare noi. La nostra restazione-simbolo è quella di Cagliari. In serie A chi lotta per la salvezza deve muoversi così, aspettando e cercando di ripartire in contropiede. Primo non prenderle, poi provare a darle».