2012
Sampdoria, Krsticic: “Ecco come sono rinato”
SAMPDORIA KRSTICIC – Dopo aver rischiato di morire quattro anni fa per una forma gravissima di linfoma, Nenad Krsticic è tornato più forte di prima. Il centrocampista della Sampdoria si è ripreso tutto ciò che gli è stato tolto: ha conquistato la fiducia di mister Ferrara, la prima convocazione con la Serbia dopo gli anni nell’Under21 e l’interesse della Roma. Intervistato dal Corriere dello Sport, Krsticic ha raccontato la sua rinascita.
Nenad Krsticic, con la Sampdoria ha finalmente debuttato in A: sette gare su sette e ora la convocazione nella nazionale serba. E un bel momento, vero?
«Sì, sono contento e un po penso di meritarmelo dopo tutto quello che ho passato. La mia avventura in Italia era iniziata subito con un intervento al menisco, poi con la malattia che mi ha tenuto lontano dal campo più di un anno e mezzo. Ma ora sono tornato. E il debutto in campionato a San Siro, vincendo in casa del Milan, è stato da sogno».
Il suo è un dramma diventato favola: è stato davvero sul punto di morire?
«Sono arrivato alla Samp nel 2008, a novembre mi sono operato di menisco e poi per caso ho scoperto di avere un grave linfoma. A Natale ero tornato a Belgrado in vacanza, il dottor Baldari mi ha fatto tornare d’urgenza in Italia, a Genova il prof. Carella mi ha salvato la vita. E’ vero, mi avevano dato non più di 48 ore. E invece».
E’ nato due volte, come uomo e come calciatore.
«Mi dicevano che, anche guarito, non sarei tornato mai più a giocare. Quando sono stato male, non parlavo ancora bene l’italiano e quindi non mi ero reso conto di quanto fosse grave la situazione. Vedevo le facce dei compagni, non mi spiegavo perché fossero così preoccupati. Paradossalmente, stavo bene mentalmente: non capire cosa avevo mi ha aiutato a guarire. E a quel punto avevo una sola idea fissa: tornare in campo».
E’ cambiato qualcosa nel suo modo di andare in campo?
«Molto. In Serbia sono cresciuto come un giocatore tecnico, un regista che pensava molto alla fase offensiva, senza buttarsi nei contrasti, commettendo pochi falli. Ora gioco in modo diverso: lotto di più in mezzo al campo, ci metto più grinta, sono diventato più cattivo. Diciamo che la vita mi ha insegnato a lottare anche sul terreno di gioco».
E’ stato scoperto giovanissimo da Fabio Paratici, ora a capo dell’area tecnica della Juve.
«Mi aveva visto giocare nellOFK, a Belgrado. Alla Samp mi hanno sempre trattato come un figlio: il presidente Garrone mi è stato molto vicino, anche Mazzarri, perché all’epoca era lui l’allenatore».
Il suo modello in campo?
«Sono cresciuto imitando Pirlo, mi piace per come si muove, lo ammiro per quello che sta facendo ancora oggi. E’ un grandissimo, sarebbe un sogno arrivare a fare solo metà della sua carriera. E fuori dal campo è una bravissima persona».
Ferrara le ha cambiato ruolo in campo, da regista a esterno d’attacco, dandole anche molto più spazio. Convinto di questa trasformazione?
«In ritiro ho parlato molto con l’allenatore, gli ho detto che avevo giocato anche da esterno offensivo a livello giovanile, quindi abbiamo provato questa soluzione in ritiro. Ed è andata bene. Però il ruolo preferito resta quello: regista, davanti alla difesa, per toccare molti palloni e stare nel centro dellazione».
Sinisa Mihajlovic le ha spalancato le porte della nazionale maggiore. Ma con la Serbia Under 21 ha ancora un impegno, vero?
«La squadra sta giocando il play off con lInghilterra (serbi ko 1-0 allandata, ndr) per volare in Israele per la fase finale. L’Under 21 è una bella squadra, anche a livello di selezioni minori questo gruppo ha vinto tanto. All’Europeo ci tengo molto: per me e gli altri più vecchi è la conclusione di un ciclo, sarebbe bello chiudere con un successo».
Ora di Krsticic si parla anche in chiave mercato: piace, per esempio, alla Roma, lo sa?
«E’ bello sentire certe voci, vuol dire che sto facendo bene e che sono tornato a essere un calciatore al cento per cento, vuol dire che non si parla più di me solo per la mia vicenda. In questo momento, però, sono concentrato a fare bene con la Sampdoria, devo ripagare sul campo tutto quello che la società ha fatto per me. L’obiettivo collettivo è una salvezza da centrare al più presto, sul piano personale spero di trovare prima possibile il mio primo gol in A. Sarebbe bello riuscirci a Marassi».