Fascia 3, Sicilia dagli umori opposti. Emiliane al minimo sindacale, Ventura ci prova - Calcio News 24
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2012

Fascia 3, Sicilia dagli umori opposti. Emiliane al minimo sindacale, Ventura ci prova

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Complice la sosta di campionato prevista per l’impegno delle nazionali, prosegue l’analisi del primo spezzone di campionato: non è tempo di bilanci, ma è già possibile soffermarsi sulle prime indicazioni che i sette di turni di campionato hanno lasciato in eredità.

CATANIA – In Sicilia si gioca del gran bel calcio, e il merito va a questa piazza oramai sempre più realtà consolidata degli ultimi anni. A Catania si lavora bene: è stato così per Mihajlovic, poi per Montella e ora per Maran. Gli etnei giocano un calcio convincente, propositivo, redditizio soprattutto tra le mura amiche ma senza rinunciare all’idea di gioco in trasferta. L’alta classifica è meritata: il passo ulteriore sta nel sapersi confermare a tali livelli. Gomez e Barrientos assicurano imprevedibilità alla manovra offensiva, trovare la quadratura della squadra – soprattutto in trasferta – è la sfida a cui è atteso Rolando Maran.

PALERMO – Inizio choc: al netto delle penalità inflitte per il calcio scommesse, il Palermo occuperebbe l’ultima posizione della classifica. Già due avvicendamenti: uno – classico – sulla panchina, con Gasperini che ha sostituito Sannino, e un altro – meno scontato – con il pesante ingresso in società di Pietro Lo Monaco, preludio all’addio di Perinetti ed al plausibile passo indietro di Zamparini. La sensazione forte è che finora abbia regnato una confusione enorme che dovrà essere spazzata via dal lavoro del nuovo amministratore delegato: ad esempio, perché comprare Paulo Dybala – per oltre 12 milioni, acquisto record della storia calcistica siciliana – e fargli disputare soltanto venticinque minuti?

TORINO – Il fragoroso ritorno in A del Torino non è stato accompagnato da una campagna acquisti altrettanto allettante. Ed è il caso di premetterlo perché è giusto dare merito all’eccezionale lavoro di un allenatore tanto preparato ed innovativo quale Giampiero Ventura. Mancano diversi strumenti all’organico per proporre con altrettanta efficacia il calcio che ha consentito la promozione dalla B alla A, ma non sono mancati sprazzi di grande Toro, vedi l’esaltante vittoria di Bergamo. Occorre qualità a centrocampo e velocità in avanti, ma il tecnico non si tira indietro e vuole provare ancora una volta a stupire la platea.

BOLOGNA – Qualche sprazzo, vedi l’episodica vittoria dell’Olimpico, tanta discontinuità. Pioli è un tecnico preparato che però nelle prime battute della stagione sta faticando a dare un’identità di gioco al suo Bologna. Manca un’impronta, finora ha messo le pezze un Gilardino ritrovato dalla cura emiliana e pronto a riconquistare una posizione di rilievo nella classifica cannonieri. La rosa non è esaltante ma nemmeno da buttare, si può agevolmente ambire a qualcosa in più di una tranquilla salvezza e spetta proprio al lavoro di Pioli la scelta di non accontentarsi del minimo obiettivo.

PARMA – Non confermate le ottime impressioni dello scorso finale di campionato. Il Parma, oltre ad aver trovato allora un filotto di risultati positivi, aveva convinto in termini di gioco ed imposizione della propria manovra all’avversario. L’inizio di stagione dice altro: squadra piuttosto lenta e con idee poco chiare, soltanto una vittoria e tre pareggi strappati più per fortuna che per altro. A Donadoni l’onere di amalgamare una rosa che, ad onor del vero, ha cambiato tanto soprattutto nel settore offensivo: in parte applicato lo stesso ragionamento svolto per il Bologna, l’ambizione deve andare oltre l’accontentarsi di una salvezza ampiamente a portata di mano.