2012
Fascia 2, i primi bilanci: Fiorentina bella e spuntata, le ambizioni genovesi
Prosegue l’analisi relativa al primo scorcio di campionato: dopo esserci soffermati sull’avvio di stagione delle squadre d’elite del torneo, ecco la situazione nei club di seconda fascia, o meglio gli outsider pronti a sfruttare l’eventuale flop delle realtà più attrezzate e competere per un posto in Europa. Non è tempo di bilanci, ecco però le prime indicazioni.
FIORENTINA – Due le certezze: la proprietà ha ritrovato vigore e ricostruito una squadra improntando il nuovo credo sull’imposizione di gioco, su qualità e personalità; la stessa proprietà però ha fallito l’assalto ad un centravanti di livello che potesse affiancare efficacemente il fenomeno Jovetic e dare profondità e finalizzazione ad una manovra ariosa ma spesso ingolfata da troppi passaggi. Non si chiedeva la luna, bastava un Marco Borriello per intenderci e questa Fiorentina avrebbe avuto poco da invidiare a tanti. Da riconoscere una precisa impronta e identità di gioco dopo sole sette giornate, merito a Montella abile sfruttare al meglio le risorse che la società gli ha messo a disposizione. La viola è tornata e il calcio italiano non può che esultare.
UDINESE – La sensazione forte è che il duro lavoro a cui è chiamato Gudolin è e sarà sul morale. Prima sul suo che sul resto della squadra. Non può essere una passeggiata la doppia eliminazione dai preliminari della Champions League per un tecnico che troppe volte ha sfiorato questo sogno senza mai riuscirlo a tramutare in realtà. Per un allenatore molto serio che ha sempre lavorato al massimo delle sue capacità per valorizzare organici spesso molto giovani e dare linfa vitale ad un progetto societario che si è perpetuato negli anni. Una realtà ancora attuale, una piazza chiamata ancora a stupire: il campionato in corso probabilmente non si rivelerà all’altezza dei due appena trascorsi, ma la certezza – con tutti i suoi limiti – è data ancora dal lavoro di Guidolin.
SAMPDORIA – Per tanti versi sorpresa assoluta della prima fetta di campionato. Undici i punti guadagnati sul campo – dieci a causa della penalizzazione di un punto – con un rendimento che sembra più alto delle reali potenzialità di un organico sì discreto ma con un evidente deficit di qualità rispetto alle realtà più attrezzate. Qualche segnale negativo nelle ultime due giornate: le sconfitte contro Napoli e Chievo hanno ridimensionato il trend positivo disegnato dalla squadra, lanciando il dubbio sulla classica partenza forte della guida Ferrara poi non susseguita da risultati altrettanto confortanti. Al tecnico il compito di consolidare quanto di buono mostrato finora senza che la squadra perda le certezze acquisite e si ritrovi nella zona di classifica in cui gran parte dei media la collocavano ad inizio stagione.
GENOA – Partenza tra luci ed ombre. La luce è Marco Borriello: il centravanti napoletano, dopo due stagioni frustranti – non soltanto per cause a lui addebitabili – con le maglie di Roma e Juventus, ha ritrovato fiducia nella piazza che lo aveva consacrato quale uno dei centravanti più affidabili del panorama italiano. Ha trascinato il Genoa in questo avvio di campionato, un Genoa ancora alla ricerca di se stesso: cinica nell’occasione in cui ha espugnato l’Olimpico sconfiggendo una grande Lazio, poco concreta in altre occasioni – vedi gli impegni casalinghi con Parma e Palermo, o la trasferta di Udine – dove sono emerse lacune nell’identità di gioco. De Canio ha da lavorare per dare la sua impronta ad una squadra che ha l’organico giusto per stupire e fare meglio di quanto realizzato finora.