2012
Verso il derby: la sfida di un Allegri rinfrancato dal colpo russo, Stramaccioni deve osare
Settimo turno di campionato e poi sarà sosta: il piatto forte prima della pausa prevista per l’impegno delle nazionali è servito in quel di San Siro, dove si affrontano le due cugine milanesi mai come oggi all’Anno Zero delle rispettive esaltanti storie calcistiche. Mai in discussione quanto oggi, in difficoltà – chi più chi meno – come accaduto altre volte in passato. Il momento nero sembra però alle spalle per entrambe: vediamo perché. Chi può godere dell’organico più strutturato? Chi vive il miglior momento di forma? E il morale?
CASA MILAN: ALLEGRI ALLE PRESE CON LA RICOSTRUZIONE – A scanso di equivoci è opportuno chiarire e premettere che l’Inter ha abbinato alla partenza di tanti cardini della sua recente storia l’approdo di giocatori di livello, la società rossonera si è invece concentrata più sulle cessioni. L’organico a disposizione di Massimiliano Allegri è notevolmente meno valido sia sotto il profilo dell’esperienza – benservito ai ribattezzati “senatori”, peraltro tutti alla fine di un ciclo vincente – che nell’aspetto puramente qualitativo. Troppo pesanti le non compensate cessioni di Thiago Silva ed Ibrahimovic, quest’ultima poi obbliga il tecnico toscano ad una vera e propria rivoluzione tattica: con lo svedese accentratore del gioco era immediato far pervenire il prima possibile palla allo stesso, in modo tale che potesse creare e realizzare da se o mantenere palla e consentire l’inserimento dei centrocampisti, ora in notevole difficoltà. Allegri deve inventarsi qualcosa, trovare un’alternativa credibile a questo “schema” ora irrealizzabile: ed è questa la sua grande sfida, dare un’identità nuova ad una squadra che sembra difettare proprio in tale aspetto. Il morale della squadra è meno a terra di un tempo: il sacco di San Pietroburgo ha allontanato qualche nuvola e riconsegnato convinzione – o qualcosa di simile – ad un gruppo alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi.
CASA INTER: STRAMACCIONI E’ GIA’ AD UN BIVIO – Quando si discute di tattica spesso il lettore sposta l’occhio. Ma in tal caso è doveroso farlo. Prima 4-3-3, poi 4-3-1-2 per agevolare il talento di Sneijder, poi il 3-5-2 perché prima troppo offensivi. Poi il 3-4-1-2 perché, con l’infortunio dell’olandese, far accomodare in panchina un Coutinho del genere sembra un duro esercizio di fantasia. Quando ha scelto di difendersi rinunciando ad un uomo d’attacco – passando da tre a due, come accaduto nelle trasferte di Torino – Stramaccioni ha vinto ma non convinto: vittorie episodiche e frutto di una vera e propria rinuncia alla proposizione attiva di gioco, una strada che può dare qualcosa nel breve ma non rivelarsi redditizia nel futuro. La grande sfida del tecnico emergente sta proprio nel plasmare un’Inter allo stesso tempo attiva e vincente. Come accaduto contro la Fiorentina: la gara più convincente dell’era Stramaccioni nonostante un equilibrio difensivo/generale da vedere e rivedere. Il morale ora è ok: 12 punti in classifica e la vittoria esterna in Europa League rilanciano le ambizioni di una squadra che in quanto ad organico è seconda soltanto alla corazzata Juventus.
LA PARTITA – Un derby ha una quantità tanto copiosa di componenti intrinseche che lasciarsi andare a pronostici o provare a delinearne un suo sviluppo risulta davvero un’ardua impresa. La certezza è quella che – complice la sosta in arrivo e quindi il lungo “periodo di riflessione” che la stessa porta con sé – un eventuale risultato felice per una delle due parti in causa possa lasciare in eredità una spinta rilevante sotto il profilo del morale, delle emozioni e del carattere. E’ presumibile che, data la posta in palio, possa essere una gara attendista: al contrario però la sensazione è che possa essere premiato chi oserà. Nel Milan El Shaarawy è l’uomo più atteso: il giovane attaccante si è ritagliato uno spazio importante delle recenti copertine sportive ed è pronto a confermarsi e rivelarsi l’uomo in più di questo nuovo Milan; rossoneri che chiedono a Boateng di tornare la pedina in grado di fare la differenza. L’Inter dipende dal modulo su cui Stramaccioni opterà ma difficilmente potrà rinunciare ad un Coutinho apparso in condizione strepitosa: il più indicato a servire due attaccanti in stato di grazia quali Cassano in primis e Milito. Il resto lo farà l’assetto generale: vietato sbagliare in una partita che promette battaglia ed emozioni.