2012
Milano sorride, Roma delude, la Juve è indecifrabile
Quinta giornata di campionato, un momento in cui il torneo poteva subire degli scossoni, e così è stato, almeno per quanto riguarda le prime posizioni della classifica. Un netto ribaltone rispetto a quanto è accaduto tre giorni fa: chi ha perso o ha pareggiato è tornato alla vittoria, mentre chi sembrava in grado di ammazzare il campionato già a ottobre ha effettuato una brusca frenata.
La Juventus, infatti, frena, e lo fa in maniera decisa, di fronte a un muro di cinta chiamato Fiorentina. Anche se la formazione viola non si opposta alla Vecchia Signora schierandosi a ranghi compatti dietro la linea di centrocampo, bensì ha cercato di vincere la partita in tutti i modi, sfiorando il colpaccio in più di un’occasione, lanciando un chiaro messaggio al campionato: la Juventus è battibile, se si usano le armi giuste. Quagliarella non ha completato il trittico di ‘perfect games’, anche perchè alle sue calcagna c’era un eccellente Roncaglia e al suo fianco i suoi compagni non sono stati in grado di costruire qualcosa di pericoloso per la porta di Viviano.
D’altro canto, c’è una città che finalmente può sorridere da entrambe le parti: si tratta di Milano. Il Milan torna a vincere a San Siro (è la prima formazione meneghina a riuscirci in questa stagione) e lo fa in maniera abbastanza convincente, anche se arrivano paradossalmente meno palle-gol rispetto alla sfortunata trasferta di Udine: El Shaarawy continua a essere il faro della squadra rossonera in fase realizzativa, con la sua prima doppietta in Serie A e il suo terzo gol in altrettanti giorni, mentre l’assenza di Boateng non si è fatta quasi mai sentire nell’arco dei 90 minuti. Anche l’Inter torna a gioire, anche se continua a farlo lontano dal green del ‘Meazza’: un Chievo deluso dall’incapacità di superare la linea di centrocampo sul campo della Juve ci ha provato in tutti i modi, ma la cinicità è finalmente diventata un’arma a disposizione dei nerazzurri, che con un gol per tempo ha dato un chiaro segnale al campionato e ai suoi tifosi. L’unico neo potrebbe essere rappresentato dallo stop di Sneijder, anche se il prode Cassano ha dimostrato di poter svolgere al meglio il lavoro del folletto olandese.
Per storpiare un vecchio adagio popolare, se Atene (in questo caso Milano) ride, a piangere è solo Sparta, rappresentata in questa serata di campionato dalla Capitale, che chiude la prima infrasettimanale con un solo punto in due gare. La Roma, una volta tanto, conduce una gara regolare, creando occasioni non sfruttate solo per sfortuna o per la bravura del portiere Romero, mentre è il proprio estremo difensore Stekelenburg a combinare la frittata, che ritarda la prima gioia dei giallorossi all’Olimpico: Munari ringrazia, porta a casa e regala un altro punto alla sempre meno sorprendente Sampdoria, attuale quarta forza del campionato. La Lazio, dal canto suo, sbaglia completamente partita e consente a un Napoli non irresistibile, ma comunque efficace, di agganciare la Juventus in testa al campionato: Cavani veste i panni di Attila, al contrario di Klose, che segna di mano e lo ammette solo dopo aver esultato con i compagni ed essere vittima di una caccia all’uomo da parte degli avversari. A proposito degli azzurri, la sfuriata post-Catania fatta da Mazzarri sembra aver funzionato, almeno negli uomini chiave come Hamsik, Pandev e Maggio.
Chiusura più che doverosa, invece, per chi sta in fondo alla classifica: nel giro di tre giorni, il Palermo ha meritato di vincere sia sul campo dell’Atalanta che su quello del Pescara, ma il minuto 88 si è sempre rivelato fatale, con la zuccata di Raimondi e il siluro dal limite di Weiss che ha ulteriormente spento l’entusiasmo del pubblico di fede rosanero. Eric Draven diceva che ‘non può piovere per sempre’, ed è questo il più grosso augurio espresso da Gasperini e dal club siciliano, che stasera rischia di restare da solo all’ultimo posto in classifica.