2012
Crespo: ?Milan e Inter ragionano come delle provinciali?
CRESPO INTER MILAN – Hernan Crespo, ex attaccante di Parma, Lazio, Inter, Milan e Chelsea, è stato intervistato dai colleghi di Spormediaset.it. Per il forte centravanti argentino è stata l’occasione per affrontare diversi argomenti personali e non, come la situazione difficile delle due squadre milanesi dove ha militato.
Mancanza del campo? “No, il campo non mi manca, direi che è l’unica cosa che non mi manca. Mi sono risparmiato certe fatiche“.
Decisione di chiudere con il calcio giocato quanto sofferta? “Per me che ho vissuto con il calcio per vent’anni è stata molto difficile. Ho dovuto fare delle scelte, anche non semplici. Ma a una certa età ti accorgi che nella vita alcune cose cambiano. Cambia il calcio, cambiano le regole nello spogliatoio, cambia il modo di lavorare. Ecco, posso dire che non mi manca la partita in senso stretto“.
Perché lasciare così? “Non c’è stata nessuna situazione esterna, nessuna pressione. Ho deciso io perché non sentivo più la stessa voglia, gli stessi stimoli. Ne avevo abbastanza di sacrificarmi e non mi divertivo più come prima. Resta la passione per il calcio. Io sono prima di tutto un appassionato del calcio. Perciò ho voluto fare il calciatore. E’ stato detto che ero in lite con qualcuno dell’ambiente Parma. In gialloblù ho lasciato molte amicizie, poi è chiaro, non puoi andare d’accordo con tutti, anche nelle migliori famiglie ci sono situazioni ‘strane’, ma questo non mi ha spinto di sicuro a lasciare“.
Dalla prima avventura in Italia cosa è cambiato? “Tante cose. Innanzi tutto l’approccio alla professione. Poi viviamo in un mondo ‘globalizzato’ in cui la comunicazione fa da padrona. Quando sono arrivato qui ero un ragazzino e, per informarmi su ciò che succedeva nel mio Paese mio padre mi doveva mandare dei fax. Prima per divertirci avevamo poco più di un pallone, si giocava di più“.
Sul momento di Inter e Milan. “Ci vuole pazienza. Il ragionamento che stanno facendo le milanesi è simile a quello che fanno le ‘piccole’, solo che è strano perché lo fanno squadre di simile caratura. Non c’è nessun incidente di percorso, solo che le cose sono un po’ cambiate. Inter e Milan stanno progettando il loro futuro in maniera un po’ diversa da come hanno fatto fino a qui. Prima si puntava su campioni affermati, i colpi. Ora ci vuole l’occhio giusto per individuarne di nuovi, la pazienza giusta per farli maturare e crescere. Siamo in una fase di transizione, non bisogna condannare nessuno. D’altronde anche la Juventus ha fatto così e ora guarda dov’è…“.
Colpa di Allegri e Stramaccioni? “Secondo me no. Non è solo il mister in questi casi, ma un po’ tutto l’ambiente, la società e le sue scelte. La filosofia è sempre quella dei vincenti, per questo i tifosi delle grandi squadre non hanno pazienza. Ora non c’è il grande giocatore che ti risolve le partite, ci sono giovani importanti che fanno parte di un gruppo che sta crescendo. Inter e Milan stanno seguendo un progetto in cui sembrano credere fortemente e non mi pare che ci sia nessuno da massacrare“.
Juventus favorita? “In questo momento ha qualcosa in più delle altre, ma non dimentichiamo che ha cambiato tanto, è stata la prima a cambiare e ad avere pazienza“.
Dietro la Juve? “Il Napoli, ha un ottimo assortimento. Le milanesi e la Lazio di pari livello. Anche la Roma è messa bene ma deve trovare continuità“.
L’erede di Crespo? “Crespo è unico, uno solo e basta. Ognuno ha le sue caratteristiche, ognuno fa la propria strada. Io sono orgoglioso di quello che ho fatto. Ci sono tanti giovani bravi, spero che il calcio italiano si risollevi perché è il mio calcio. Per me era un sogno giocare nel vostro campionato. Ora l’Italia ha perso un po’ di appeal ed è stato superato da Inghilterra, Spagna, Germania, sia come calcio che come infrastrutture“.
Rimpianti? “Direi di no. Ho giocato in palcoscenici importanti, in top club, con grandi giocatori. Ho vinto molto e mi sono tolto delle belle soddisfazioni“.
Cosa manca in bacheca? “Qualcosa manca, se andiamo a vedere bene sì. La Champions ad esempio“.
Finale di Istanbul tra Milan e Liverpool, cosa è successo? “Di tutto direi. E’ stata una partita giocata benissimo dal Milan. Abbiamo attaccato creando occasioni ma la palla non voleva entrare. Poi il Liverpool ha trovato questi minuti in cui tutto è andato bene e ha segnato tre gol. La lotteria dei rigori ha fatto il resto“.
Partite che vorresti rigiocare? “Anche qui dico che di partite importanti ne ho giocate tante: Champions, Coppa Uefa, Coppa Italia, Supercoppa, Libertadores, Mondiali, le Olimpiadi dove, per colpa di Collina, ho perso contro la Nigeria in finale per un gol, quello del 3-2 per loro, in fuorigioco. Mi manca forse non aver giocato la finale del Mondiale. Volevo capire di cosa si trattava. Giocare per il tuo Paese è sempre bellissimo“.