Gullit: "Juventus da esempio. Milan? Se chiamano dico.." - Calcio News 24
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2012

Gullit: “Juventus da esempio. Milan? Se chiamano dico..”

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SERIE A MILAN JUVENTUS GULLIT – A margine del Champions League Trophy Tour di Milano, Ruud Gullit ha parlato a Tuttosport del momento che sta attraversando il calcio italiano, ed in particolare il Milan, e delle possibili soluzioni, come la strada intrapresa dalla Juventus.

Ruud Gullit, sta per iniziare la Champions. Come vede le due squadre italiane?
«Penso che le squadre inglesi e spagnole abbiano qualcosa in più rispetto a Juventus e Milan».

Ma chi è la favorita?
«Credo sia il Real Madrid perché ha una rosa ampia e di gran qualità».

E il Barcellona?
«I blaugrana hanno un allenatore nuovo e diversi giocatori infortunati. Secondo me, partono leggermente indietro rispetto alla formazione allenata da José Mourinho».

Quindi non c’è scampo per le italiane?
«Riusciranno a passare il primo turno, hanno tutte le qualità per farlo. Poi, negli scontri diretti servirà anche un bel po’ di fortuna. Quella fortuna che poi l’anno scorso ha aiutato il Chelsea del mio amico Roberto Di Matteo ad alzare, finalmente, il trofeo».

Se si parla di fortuna e non di forza, allora agli occhi di chi vive all’estero il calcio italiano è davvero peggiorato?
«Sono cambiate molte cose negli ultimi 20 anni. Una volta la serie A aveva tanti soldi da investire e i campioni non vedevano lora di mettersi in mostra qui. Oggi in Italia, dove cè comunque un ottimo campionato, le cose sono cambiate. Ci sono meno soldi».

Un grosso problema.
«Sì. Ci sono stadi vecchi, che risalgono al Mondiale del 1990. Ci sono pochi fondi da investire. Ma cè un modello a cui si può guardare».

Mi dica.
«La Juventus è l’esempio di come deve essere costruita una buona squadra italiana. Se vi ricordate al Delle Alpi cerano al massimo 20mila persone a seguire una società che ha tantissimi tifosi in tutta la Penisola. Invece, ora il nuovo stadio della Juve è sempre pieno».

E dà grande carica ai giocatori.
«Certo. Proprio per questo le altre società dovrebbero seguire l’esempio dei bianconeri. Anche se con la crisi non è facile. Ma con uno stadio così innovativo, la Juventus è tornata a vincere dopo un periodo difficile e può ancora fare bene».

Come giudica la squadra?
«Mi piace davvero perché mette in campo un bel calcio. Non solo in questo inizio stagione, ma anche nel passato campionato, riuscendo a vincere lo scudetto. Mi piace perché è cambiata molto».

Come vede, invece, la stagione del Milan?
«I rossoneri hanno fatto un percorso diverso. Vogliono avere il bilancio apposto e quindi hanno venduto giocatori molto importanti, come Thiago Silva e Ibrahimovic. In più tanti senatori hanno lasciato e quindi la società si è ritrovata a ricostruire una squadra».

Una situazione non facile, insomma.
«Ci vuole tempo per farlo, anche se i tifosi milanisti sono viziati perché abituati a vincere tanti trofei. Sono sicuro, comunque, che la società farà di tutto per tornare a vincere».

Cosa ricorda lei di quel periodo pieno di trionfi?
«Quando sono atterrato a Linate, mi è venuta una grande nostalgia perché i tanti viaggi con il Milan sembrano lontani pochi giorni e invece sono passati quasi 20 anni. Non ho più le treccine, ma qualche capello bianco. Però, posso dire di aver vissuto il periodo più bello della mia carriera».

Ma non vuole tornare nel calcio come allenatore. Se magari il Milan chiama?
«Se chiama è per me un onore, come fai a dire di no? Non si sa mai, ma credo che ora i rossoneri siano in buone mani».

In Europa ci sono tante altre squadre. Vedi Psg e Manchester City.
«Non è facile costruire una squadra con così tanti campioni. Spendere tanti soldi non vuol dire automaticamente vincere».

Questa Champions League le piace?
«Sì, mi piace più adesso. Sono stato in Africa e in Asia e questa competizione è molto amata. Una volta partecipavi solo se avevi vinto il tuo campionato, oggi è tutto diverso. Sono contento di vedere queste partite. Poi, a chi non piace il calcio, può sempre cambiare canale?».