2012
Fiorentina, Montella: “Faremo divertire la gente, Berbatov…”
FIORENTINA MONTELLA TONI BERBATOV MAROTTA – Vincenzo Montella, intervistato dai colleghi del quotidiano La Repubblica, ha parlato delle sue prime settimane da allenatore della Fiorentina. Il tecnico campano ha affrontato vari argomenti, non risparmiando qualche frecciata a Dimitar Berbatov, il quale ha rifiutato i viola prima di approdare al Fulham: “E’ stato fatto un gran lavoro. Devo essere sincero, mi sento un privilegiato a essere qui. La cosa più bella è sentire di nuovo il cuore della gente. C’è una grande fiducia e noi dobbiamo lavorare per ripagarla. La scelta dei tecnici giovani? Quando c’è crisi si cerca di tirar fuori idee nuove. Capita nella nazionale di calcio. E nella società in genere. Sono gli esempi che contano. E per me l’esempio è mio padre, un uomo che parla poco come me ma a ottant’anni fa ancora il falegname. Il fatto che io abbia guadagnato molto bene non gli ha spostato la quotidianità di mezzo metro. Lui è il mio modello. Per questo ho iniziato a costruirmi il futuro prima di smettere col calcio giocato. Ogni tanto vorrei spogliarmi ed entrare in campo. È un pensiero che dura un lampo, ma ancora c’è. Poi mi ricordo che non avrei il fiato e finisce lì. Toni? Lui sta messo meglio di quello che avrei mai immaginato. E per noi sarà un giocatore importante. Quando torni nella città dove sei diventato grande ritrovi l’energia e l’entusiasmo che servono per stupire ancora. Berbatov? Ha sbagliato scelta. Cosa direi a Marotta? Chiederei spiegazioni su quello che è successo quel giorno a Monaco. Ma forse anche no. La Fiorentina mi piace così. Se avevo paura di perdere Jovetic? La possibilità che andasse via c’era, ma lui è un ragazzo intelligente. Un giorno gli ho detto: Stevan, guarda che qui ci divertiamo e questo farà bene anche a te e al tuo futuro. Ma forse già lo aveva capito da solo. Una Fiorentina alla spagnola? Mi viene da sorridere. Una volta qualcuno ha detto che il mio Catania somigliava al Barcellona. Ma dai… noi vogliamo fare calcio. E divertire. Poi vediamo. Questa è una squadra nuova di zecca con giocatori che arrivano da esperienze diverse e da culture differenti. Prima ci integriamo e prima possiamo dimostrare il nostro valore.“