Torino, Bakic: "Mi paragonano a Kakà. Inter? Vinceremo" - Calcio News 24
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2012

Torino, Bakic: “Mi paragonano a Kakà. Inter? Vinceremo”

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TORINO BAKIC – Non manca l’entusiasmo al giovane Marko Bakic, che, intervistato da Tuttosport, ha parlato della sua nuova avventura in granata, raccontandosi e parlando anche dei suoi punti di riferimento.

Buongiorno Marko Bakic, che effetto le fa, a 18 anni, essere a Torino e giocare nel Torino?
«Da tempo il Torino mi seguiva, sapevo che mi osservavano. Conosco un po di giocatori granata: Santana, Bianchi, Gillet, Gazzi e ovviamente Stevanovic. Per me è un sogno essere qui anche se mi dovrò abituare a tante cose. Il mio paese, Budva, aveva 10 mila persone e qui anche il calcio è differente. Ma per fortuna c’è Stevanovic che parla la mia lingua e così mi darà una mano nei primi tempi. Comunque la prossima settimana inizierò a seguire un corso di italiano in modo da impararlo il più in fretta possibile».

Si presenti ai tifosi del Torino: quali sono le sue caratteristiche tecniche?
«Sono un centrocampista offensivo che cerca il passaggio profondo, offre assist e fa gol. Mi piace molto il tipo di gioco che fa il Toro, si sposa con le mie qualità perché è una squadra che attacca, cerca di imporre il proprio modo di fare calcio. Il mio modulo ideale sarebbe il 4-2-3-1, occupando il posto del centrale dietro la punta ma per me va benissimo anche giocare in uno dei due centrocampisti del 4-2-4».

Quando sarà pronto per giocare e dare una mano al Torino?
«Subito, se l’allenatore crede anche per questa sfida con l’Inter. Ho fatto tutta la preparazione con la mia squadra, il Mogren, fisicamente sono ok. Sono soltanto un po’ stanco per avere appena giocato due partite in 4 giorni con la nazionale Under 21 del Montenegro».

Chi è il suo modello e chi aveva come idolo da piccolo?
«In Montenegro mi paragonavano a Kaká anche se io ho un mio stile. Da bambino il mio mito era invece Savicevic, il giocatore più forte di sempre del mio Paese. Ora i big per i giovani sono Jovetic e Vucinic».

Conosce lo juventino che affronterà nel derby?
«Sì, ci siamo incrociati quando ho giocato con la nazionale maggiore. Lho anche sentito. Mi spiace per lui ma dovrò batterlo nel derby. Spero comunque che pure lui mi aiuti un po’ a integrarmi a Torino».

Qual era il suo sogno da bimbo?
«Fare il calciatore».

Hobby?
«Mi piace ascoltare musica, soprattutto cantanti del mio Paese»

E fidanzato?
«No. Sono venuto qui con mio papà».

In Italia non c’è quasi più nessuno che ha il coraggio di fare pronostici. Lei è appena arrivato. Come finisce Torino-Inter?
«Vinciamo noi 2-0. Ho visto il Toro allo stadio contro il Pescara, è una squadra fortissima, che si carica con un tifo speciale. Sarà difficile in casa perdere anche una sola partita. Il Toro batte l’Inter 2-0 con gol di Stevanovic e Bianchi».

Il pregio e il difetto da centrocampista?
«Sono bravo nel passaggio però devo migliorare in fase difensiva».

Che carattere ha, mite o caldo…?
«Nonostante sia così giovane nell’ultimo anno ho giocato nella mia ex squadra da capitano e avere la fascia al braccio mi ha dato maggiori responsabilità, mi ha fatto crescere parecchio. Credo di essere più maturo in campo».

Il Toro sarà una tappa veloce della sua carriera o pensa di restare a lungo in granata? «Non penso di rimanere in granata solo una stagione. Io voglio restarci a lungo per lasciare un segno».

Conosce il calcio italiano?
«Sì, direi piuttosto bene. In Montenegro al sabato e domenica sera vedevo sempre i programmi italiani con le immagini delle vostre partite. Sapevo quasi a memoria anche gli orari».

Che cosa ha notato in questi primi contatti con lo spogliatoio granata?
«C’è molta professionalità, e i giocatori sono davvero forti».

Perché proprio la maglia numero 18?
«Veramente avevo pensato alla 8 ma era già occupata. Allora ho deciso di metterci un 1 davanti ed ecco il 18».