2012
Arrivederci calciomercato, la griglia di partenza: Juve in pole con un se. Poi c?è l?Inter. Napoli e Roma outsider, il Milan riparte
Come ogni 31 agosto alle 19 suona forte il gong del calciomercato, per fortuna di chi non aspetta altro che sia il campo a parlare ed emettere le sue sentenze, per sfortuna di chi è amante di trattative, indiscrezioni, colpi grossi ed affari sfumati. Ora ci siamo: gli organici sono completati e, qualora non fosse così, non c’è più tempo per nuovi innesti. Almeno fino al prossimo gennaio. E’ tempo di valutazioni agli operati delle società: chi è davanti a tutti ai nastri di partenza? Chi si è rafforzato o indebolito? Quali le possibili sorprese? Di seguito viene proposta una griglia di partenza in base alle considerazioni che il calciomercato ha inevitabilmente lasciato in eredità.
JUVENTUS IN POLE POSITION – Già campione in carica, la sensazione forte è che sia proprio il club torinese ad essersi mosso con più efficacia in questa bollente estate: già a giugno – a fari spenti – i dirigenti sono risultati abili a chiudere il doppio colpo Isla-Asamoah con l’Udinese e rinforzare pesantemente un centrocampo di spessore ma privo di alternative valide. Inevitabile la scommessa di riportare Giovinco in bianconero, Lucio se ristabilito può garantire esperienza anche in campo europeo. Un difetto ed un condizionale. Il primo: la Juventus ha fallito l’assalto al tanto agognato top player, pedina che avrebbe dovuto elevare il tasso qualitativo di attacco e rosa intera. Probabile che nella convinzione di tanti corteggiati – e della società stessa – abbia pesato non poco la particolare condizione attuale del tecnico Antonio Conte. Ed ecco che passiamo al condizionale: quanto peserà l’assenza sulla panchina di un trascinatore così condizionante? La Juventus attende fiduciosa il ricorso al Tnas – terzo grado d’appello previsto dalla giustizia sportiva – ma questo “se” può rivelarsi più grande del previsto nei momenti delicati della stagione. Qualora fossero confermati i dieci mesi di squalifica.
INSEGUE UN’INTER RIVOLUZIONATA – Un’epurazione di cui non si ricordano precedenti: senza troppi fronzoli via Julio Cesar, Viviano, Maicon, Cordoba ora team manager, Lucio, Poli, Palombo, Forlan, Pandev, Pazzini, Castaignos e Zarate. A tutto questo però ha seguito una concreta rifondazione: Handanovic, Silvestre, Alvaro Pereira, Gargano, Mudingayi, Guarin il cui acquisto dello scorso gennaio va interpretato in chiave attuale, Cassano, il rientro di un Coutinho rinvigorito dall’esperienza spagnola e Palacio immettono linfa vitale in un progetto che si rilancia con dinamismo ed ambizione. Una retroguardia che necessita soltanto di ritrovare stimoli: basti pensare che pedine quali Chivu e Ranocchia fungono tuttora da alternative. In mediana i muscoli di Gargano e la completezza di Guarin possono supportare alla grande un pacchetto offensivo in cui un ritrovato Sneijder ispira calciatori tecnici e concreti quali Milito e Palacio, con alternative di spessore vedi Cassano e Coutinho. L’emergente Stramaccioni ha il compito di trovare una parte appropriata ad attori che, se impiegati nel ruolo adatto, possono recitare una stagione da protagonisti.
LE ALTERNATIVE: NAPOLI E … – Una credibile outsider può risultare il Napoli nonostante una campagna acquisti che non ha entusiasmato la piazza partenopea. Via Gargano e Lavezzi, la cessione milionaria dell’argentino sommata al ribattezzato tesoretto Champions/Diritti Tv lasciava intendere operazioni pesanti. Ottimo l’approdo di Behrami, mediano di altissimo livello, la scommessa Insigne in luogo della (non) sostituzione di Lavezzi ci può stare. Ciò che si imputa invece alla società è il mancato rafforzamento di una difesa che nell’arco della passata stagione si è rivelata il tallone d’Achille del Napoli: almeno un rinforzo importante era atteso, non è arrivato. Logico anche attendersi qualcosa sul versante laterale sinistro, ma in tal caso ha pesato la volontà di Mazzarri di confermare essenzialmente l’assetto degli ultimi due anni. Forza e limite di questo Napoli: valore aggiunto perché soltanto la squadra di Mazzarri e la Juventus possono vantare un collaudo certificato, limite perché il rischio di soffrire ancora i propri difetti strutturali è alto.
… E ROMA – Dopo una stagione che ha frustrato le aspettative dei tifosi giallorossi la dirigenza non ha modificato di una virgola il proprio credo: fiducia a giovani di qualità che siano valore aggiunto nel presente e garanzia di successo nel futuro. Un diktat condiviso da proprietà e dirigenti, perseguito con competenza ed abnegazione. Una strada che richiede il salto di qualità ad una piazza che dovrà scoprirsi paziente ed affidarsi alla validità del progetto: quello scatto che la platea giallorossa sembrava aver compiuto nella prima parte della gestione Luis Enrique salvo poi perdere nelle battute finali quella pazienza richiesta. La scelta Zeman è di quelle tanto rischiose quanto affascinanti: questa volta i tifosi sono dalla parte della società e il boemo ha il materiale tecnico per poter imporre il suo modello calcistico e tramutarlo in redditizio così come accaduto a Pescara. Roma non è il capoluogo abruzzese e questo è chiaro, ma uno Zeman alla sua ultima chiamata importante può farcela. Un appunto: errata la cessione di Borini. Perché una squadra che punta sui giovani e su Zeman vende un giovane e promettente attaccante esterno?
IL MILAN AD UN DIFFICILE ANNO ZERO – Epurazione simile a quanto accaduto in casa Inter, con un dettaglio rilevante: la ricostruzione non convince. Partiamo dalla difesa: il pacchetto centrale è troppo indebolito, non si può passare in un colpo dalla coppia Thiago Silva – Nesta a Yepes – Bonera. E l’acquisto di Zapata convince ancora di meno. Il centrocampo è il reparto meno danneggiato, nonostante i mancati rinnovi – scelte che nell’economia di una squadra ci stanno – di Gattuso e Seedorf, fondamenta di uno spogliatoio ora alla ricerca di nuovi cardini a cui aggrapparsi. Dallo spogliatoio sono usciti anche Ibrahimovic, Cassano ed Inzaghi: il peso specifico che lo svedese porta con se in campo non è stato sostituito, sono arrivati attaccanti in cerca di riscatto quali Pazzini e Bojan – oltre al giovane talento Niang – attesi al miracolo di elevare la stagione rossonera al di sopra delle aspettative iniziali e spazzare via l’ondata di scetticismo che si è abbattuta sul Milan. Aspettando un Pato che, se non si tradurrà definitivamente in un caso privo di risoluzione, può ancora alterare gli equilibri.
FIORENTINA, LAZIO ED UDINESE – Chi passerà per caso al Centro Sportivo della Fiorentina si chiederà con ogni probabilità se sia capitato nel posto giusto. I Della Valle – dopo la rifondazione interna in ambito dirigenziale – hanno proseguito con la rivoluzione della squadra. Qualità al centro del nuovo progetto tecnico ed ambizione di ottenere risultati tramite l’imposizione di gioco. La Lazio riparte da Petkovic in luogo di Reja ma con lo stesso impianto degli ultimi anni: le prime uscite ufficiali sembrano generare vento in poppa alla barca laziale, il cui valore sta proprio nell’impianto collaudato ed il limite in un gap di qualità dalle realtà più attrezzate. L’Udinese riparte dall’ulteriore delusione della maledizione Champions: la sensazione forte è che questa volta rialzarsi si rivelerà un esercizio più complesso. L’organico non è insufficiente e – come al solito – è tutta da valutare la scoperta dei nuovi talenti che hanno sostituito le consuete cessioni importanti. Sarebbe bastato un solo anno di eccezione – e non smobilitazione – da parte della società ed avremmo assistito ad un’Udinese in Champions League e protagonista nelle mura nostrane.