Bello, coriaceo e ben guidato: il fenomeno Torino ai raggi X - Calcio News 24
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2015

Bello, coriaceo e ben guidato: il fenomeno Torino ai raggi X

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Va sotto e rimonta, il Toro non muore mai: Ventura ha una rosa forte e può lavorare al meglio

Tutti dietro. No, non proprio tutti, l’unica eccezione si chiama Inter, la spietata e cinica Inter di inizio campionato. Perché per il resto tocca prendere il numero di targa all’eccellente Torino di Giampiero Ventura: quattro turni di campionato, dieci punti con tre vittorie ed un pareggio. Nove i gol fatti (media 2.25 a partita, la proiezione sulle 38 gare rende 85 reti), 4 quelli incassati (1 a partita, in proiezione 38 per l’intero torneo).

NUMERI DA SBALLO – Nell’universo Torino ci sono prima di tutto questi numeri: che dopo soli quattro turni di Serie A non vorranno dire nulla, d’accordo, ma che quantomeno delineano una tendenza. Non saranno confermati in tutta la propria irruenza ma la proiezione appena riportata racconta – o meglio racconterebbe se raffrontata ai dati emersi dallo scorso campionato – del miglior attacco del torneo e della terza difesa. Partiamo dal prodotto di gamma del Toro 2015-16: la fase offensiva. I nove gol ad oggi realizzati sono perfettamente spalmati sulle quattro gare disputate e dunque non figli di una sola goleada: segnale chiaro ed inequivocabile di una squadra che funziona. Ognuno sa cosa fare e lo fa con massima cognizione di causa: poi ci pensa il solito Quagliarella a finalizzare. E’ l’attaccante campano infatti ad aver siglato 4 dei 9 gol realizzati dal Torino: ben il 44.4% della produzione totale.

L’INCOGNITA DIFESA – Stiamo esagerando, direte voi, e fate bene a pensarlo: ma chi ambisce a diventare grande da tale va trattata. E allora la sensazione è che l’infortunio di Maksimovic abbia privato la difesa granata di qualcosa: l’intesa raggiunta nella scorsa stagione con capitan Glik e Moretti era risultata quasi ideale, tanto elevata da indurre il presidente Cairo a rifiutare proposte milionarie per il difensore serbo. L’assenza di Maksimovic è ben compensata dal sostituto Bovo in termini di fisicità, meno sotto il profilo del dinamismo e della reattività: al Bentegodi di Verona ad esempio il Torino ha incassato due reti (mai successo in questa stagione, ma mancava anche Moretti) entrambe evitabili e scaturite da situazioni piuttosto leggibili, in primis il rigore causato da un maldestro intervento di Jansson (in campo per l’infortunato Avelar, con Molinaro scalato sulla linea dei centrocampisti) che ancora non appare all’altezza dei titolari. In soldoni: si attendono conferme sulla tenuta.

LE QUATTRO REAZIONI – Ma addirittura più che della proposta calcistica va dato atto a Giampiero Ventura di aver plasmato una squadra con gli attributi: sotto a Frosinone, sotto in casa con la Fiorentina, sotto due volte a Verona. Ha sempre rimontato, vincendo le prime due e portando via un punto dal Bentegodi: il Toro è duro a morire. Quando credi di averlo steso torna in piedi e ribalta il risultato: segnale di un carattere forte, coriaceo, di una mentalità ben identificabile che l’allenatore ha potuto costruire nel tempo e senza particolari ansie. Bene il mix tra esperti – la vecchia guardia – e giovani architettato dal ds Petrachi: i nuovi innesti che rispondono ai nomi di Zappacosta (’92), Baselli (’92), Acquah (’92), Obi (’91), Belotti (’93), l’essenziale riscatto di Benassi (’94, presto vedrete) e lo stesso Avelar (’89) ora infortunato portano in dote freschezza, entusiasmo e soprattutto alternative. Per intenderci, nell’undici titolare che ha appena dominato la Sampdoria – non l’ultima delle arrivate – non sono inclusi tra gli altri i vari Maksimovic, Zappacosta, Avelar, Benassi, Obi, Maxi Lopez e Martinez. Poco male, poco male davvero.