Acerbi: «Non avevo la testa da Milan» - Calcio News 24
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2015

Acerbi: «Non avevo la testa da Milan»

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acerbi sassuolo agosto 2015 ifa

Il difensore del Sassuolo torna sull’esperienza rossonera

I ricordi della malattia, della vittoria sul tumore, sono impressi nella sua mente ma anche sulla sua pelle: Francesco Acerbi si è tatuato, infatti, la battaglia, che però non è ancora finita. Il difensore del Sassuolo si sottopone, infatti, ogni due mesi ad esami del sangue e una volta all’anno alla Tac. Era indisciplinato, ma l’esperienza vissuta lo ha fatto maturare. E, infatti, ammette: «Sa cosa mi ha fregato quando ero al Milan? Non avevo la testa sul calcio come ce l’ho ora, non avevo la testa da Milan. Semplicemente mi sono seduto. Ora non esco, non ho voglia, sono concentrato e sia chiaro: nessuno mi obbliga a far nulla. Sono rilassato, anche in campo, sono più affidabile e so cosa devo fare. È quel che chiede Di Francesco», ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport.

MATURAZIONE – Ha inciso molto nella sua crescita anche l’allenatore Eusebio Di Francesco: «Innanzitutto è un’ottima persona. Ha un suo modulo, il 4-3-3, e ha delle idee. Lui, come tutto lo staff del Sassuolo, mi è stato vicino e mi sono anche confidato sulla malattia. Parliamo spesso con l’allenatore», ha raccontato Acerbi, che ha evidenziato la crescita anche della squadra: «Siamo maturati, siamo più squadra, non abbiamo cambiato tanto, ci sono molti italiani ed è più facile parlarsi e gli stranieri che ci sono conoscono già la A, perché siamo una buona squadra. Lo scorso anno sono mancate alcune di queste componenti».

I COMPAGNI – Stupito per la compattezza mostrata dalla squadra anche dopo il vantaggio del Napoli, Acerbi è rimasto impressionato dal gruppo, che ora ha un senso di appartenenza che prima non aveva. In difesa fa coppia con Paolo Cannavaro, in attacco non c’è più Simone Zaza ma è rimasto Domenico Berardi: «E’ di un altro livello, fa delle cose che solo i grandi sanno fare e in A nessuno fa quello che fa lui. Ma le aggiungo un nome: Floro Flores. Mi crede se le dico che è un fenomeno? Magnanelli? I giovani dovrebbero imparare da lui. Ha due concetti: umiltà e lotta. La forza è nella testa», ha spiegato Acerbi, che non pensa ad altri obiettivi se non alla salvezza, da raggiungere però a marzo.

SOGNO AZZURRO – Infine, sulla Nazionale e il sogno di indossare la maglia azzurra in occasione dell’Europeo: «Sei con chi ha vinto tutto. Imparo da Chiellini perché non molla mai. Spero che Conte mi richiami, ma non ho l’assillo dell’Europeo. In azzurro la concorrenza è forte, ma non mi sento inferiore a nessuno. Conte e Di Francesco? Fanno due lavori diversi ma entrambi danno carica e pretendono la voglia».