Dirty Soccer, l'Antimafia: «Neapolis e Pro Patria capi del sistema» - Calcio News 24
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2015

Dirty Soccer, l’Antimafia: «Neapolis e Pro Patria capi del sistema»

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Alle due società arrivavano finanziamenti dall’estero, spiega il procuratore capo Vincenzo Lombardo

Il calcio italiano si è macchiato di un nuovo scandalo, riguardante sempre le scommesse clandestine. Si tratta dell’inchiesta Dirty Soccer, portata avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha portato all’emissione di 50 provvedimenti di fermo e l’iscrizione di 70 persone nel registro degli indagati. Ma com’è nato il tutto? A spiegarlo ci pensa il procuratore capo della DDA, Vincenzo Lombardo: «Il filone investigativo parte dall’indagine sulla cosca Iannazzo di Lamezia Terme, il loro capo è stato arrestato cinque giorni fa».

LE INDAGINI – Lombardo ha proseguito: «Non potevamo far uscire prima questa inchiesta sul calcio, perchè altrimenti avremmo svelato le indagini sulla cosca. Da settembre a oggi, partendo da Iannazzo, abbiamo intercettato i dirigenti del Neapolis: volevano vincere ad ogni costo il campionato. Dopo abbiamo esteso l’inchiesta ad altri club. Così abbiamo scoperto che si erano costituite due associazioni con l’obiettivo della frode sportiva. Un’associazione faceva capo al Neapolis, l’altra alla Pro Patria: queste erano le società attorno a cui ruotava tutto il sistema, con finanziamenti che arrivavano dall’estero, da serbi che girano per il mondo e che non riusciamo a fermare». Queste le parole di Lombardo, che ha parlato questa mattina a Radio Anch’Io.